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Categoria News

Inseriscono soldi in un distributore automatico di magliette ma nessuno le vuole comprare! (FOTO-VIDEO)

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Michele

Care Unimamme, oggi vi portiamo a scoprire un video che è un meraviglioso esperimento sociale. Vi abbiamo parlato del Fashion Revolution Day che ricorre il 24 aprile. In questa giornata, un distributore automatico di Berlino ha “sfidato” le persone a riconsiderare il modo in cui acquistano per i loro vestiti.

L’Associazione no profit Fashion Revolution ha istallato un distributore automatico offrendo ai passanti di acquistare T-shirt per soli 2 euro, ma avrebbero dovuto vedere un video prima di completare l’acquisto.

L’offerta sembrava allettante, un vero affare! Infatti in molti hanno pagato, ma alla fine nessuno ha ritirato le magliette…

Le persone una volta inserito l’importo dovevano selezionare la taglia, per ottenere la maglietta al prezzo davvero conveniente.

Tuttavia una volta scelta la taglia, la macchina mostrava un video, che vi mostreremo alla fine.

Dopo avere visto il video la macchina ha chiesto alle persone: vuoi ancora comprare questa maglietta a 2 euro?

La maggior parte di loro ha scelto di non farlo, e di fare qualcos’altro.

Ok, vi abbiamo incuriosito? Guardate il video e capirete tutto!

 

 

Il video ha mostrato chi c’è davvero dietro il abbigliamento a buon mercato che compriamo:

spesso minorenni che lavorano anche 16 ore al giorno

guadagnando appena 13 centesimi in un’ora…

E’ quindi comprensibile la reazione della gente che alla fine decide di donare l’importo versato.

Va ricordato che il Fashion Revolution Day è una data importante ma molto triste: si ricordano infatti le 1.133 persone morte nel 2013 a causa del crollo del Rana Plaza di Dhaka, in Bangladesh. Il più grave incidente mortale avvenuto in una fabbrica tessile nella storia, così come il più letale cedimento strutturale accidentale nella storia umana moderna.

Una tragedia che ha spinto moltissimi consumatori non solo a denunciare le condizioni di lavoro insicure presenti nelle fabbriche ma anche a chiedersi da dove arrivano effettivamente i vestiti che che indossano e in quali condizioni sono stati prodotti.

Voi unimamme cosa ne pensate di questa iniziativa? Non pensate sarebbe utile trovarle in tutte le città?

(Fonte: boredpanda)

Michele

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