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Paracetamolo in gravidanza: quando diventa rischioso per il feto

Published by
Valentina Colmi

Il paracetamolo in gravidanza è sicuro? Un nuovo studio ha evidenziato che ci potrebbero essere delle controindicazioni. Mentre alcuni studi davano il via libera, oggi una ricerca dell’Università di Edimburgo, pubblicata di recente su Science Translational Medicine Reports, e riportata dal Corriere, ha fatto sorgere dei dubbi su possibili effetti collaterali sul feto, come infertilità futura o lo sviluppo di tumori, soprattutto se questo è maschio.

Paracetamolo in gravidanza:  gli effetti sui maschi

La ricerca si è avvalsa dell’impiego di alcuni topi da laboratorio su cui sono stati impiantati dei frammenti testicolari umani. Ai topi è stato somministrato il paracetamolo per circa 7 giorni secondo il dosaggio consigliato alle persone e si è visto che il livello di testosterone è sceso del 45% dopo una settimana, mentre nel breve periodo non ci sono stati cambiamenti.

Sono pertanto 2 i fattori di rischio:

  • il periodo di somministrazione: sarebbe meglio non usare il paracetamolo nel periodo della formazione degli organi genitali tra l’8 e la 14esima settimana
  • la durata: non bisogna eccedere con l’uso. La dose consigliata infatti è di 4 g al giorno, già 5 possono dare dei problemi al fegato. Se i sintomi persistono per più di tre giorni bisogna consultare il medico, come d’altronde bisogna fare anche per altri medicinali.

Il problema è che spesso si abusa di questo farmaco: bastano un po’ di mal di testa o qualche brivido per assumerlo. Le donne incinte possono prendere il paracetamolo, ma senza esagerare: meglio attenersi alle dosi presenti sul foglietto illustrativo e consultarsi con il proprio medico e ginecologo per capire il da darsi.

Il paracetamolo quindi non è un farmaco da assumere ripetutamente e con leggerezza. Altre ricerche hanno infatti dimostrato che può provocare anche danni alla pelle e può comportare anche il rischio di asma e di disturbi neuro comportamentali. Senza dimenticare che per alcune persone in realtà si tratta solo di un placebo: il dolore insomma va curato in altro modo, evitando di ricorrere eccessivamente al fai da te.

E voi unimamme, ne avete usata in gravidanza?

Valentina Colmi

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