Un lupo un giorno si sveglia e si accorge di non voler essere più di colore nero. Decide quindi di testare altri colori: nella settimana successiva tenta vari espedienti per raggiungere il suo scopo. Ogni giorno, dal lunedì alla domenica, il lupo prova a dipingersi di verde, vestirsi di rosso, ricoprirsi con vari oggetti di diversi colori. Ogni giorno, però, terminata l’opera, specchiandosi si rende conto che non assomiglia più a un lupo e quindi è costretto a tornare al nero. Alla fine, dopo la settimana difficile passata, conclude felice che deve accettare il suo colore perché è ciò che lo rende lupo.
Il lupo che voleva cambiare colore è un libro scritto e illustrato da Orianne Lallemand e Éléonore Thuillier, edito da Gribaudo, adatto per bambini a partire dai 3 anni. I disegni e il testo non presentano alcuna particolarità, tesi a far concentrare l’attenzione al messaggio che il libro vuole trasmettere.
Il racconto si inserisce all’interno del nuovo filone narrativo che tende a rivalutare la figura classica del lupo, rappresentato in passato come cattivo e pauroso, antagonista per eccellenza. Negli ultimi anni, invece, si è sviluppata una narrativa che vede il lupo rivalutato, incarnando valori positivi e bonari, cercando di eliminare la paura che questo animale innesca nei più piccoli per colpa della fiabe classiche.
Durante la lettura, i bambini hanno la possibilità di imparare i diversi colori e giorni della settimana. Ogni giorno il lupo prova un colore differente, per poi collegarlo a un elemento che lo rappresenta:
e così via.
Per aiutare i bambini in questo apprendimento, i nomi dei giorni e dei colori sono scritti in grassetto, più grandi rispetto al resto del testo, così da catturare l’attenzione e facilitare l’apprendimento. L’abilità di riconoscere i colori è fondamentale per lo sviluppo cognitivo del bambino, con cui potete giocare nel retro di copertina a riconoscerli. Nella quattro pagine che precedono e concludono la storia, infatti, sono presenti numerose sagome del lupo protagonista, colorate in modo differente. È divertente chiedere al piccolo di riconoscere ogni colore, una volta conclusa la storia e averli imparati.
Il messaggio più importante, però, è quello implicito. In questa storia abbiamo un lupo che non riesce ad accettare sé stesso. Desidera essere diverso e prova a vestire altri panni, senza riuscire a raggiungere la felicità. Preferirebbe essere di un colore differente da quel triste nero, per concludere alla fine che, per quanto possa essere cupo, è proprio il nero a renderlo lupo. Lui non potrebbe essere diverso da com’è ed è proprio quel colore a definirlo, rendendolo completo.
In questa società che continua a ripeterci che dovremmo essere diversi, che ci impone di omologarci a un modello predefinito da qualcun altro, Il lupo che voleva cambiare colore ci racconta che siamo perfetti come siamo. I nostri figli dovranno imparare questo prezioso insegnamento, ma forse noi unigenitori lo abbiamo dimenticato e abbiamo bisogno di ricordarlo. Magari potremmo provare iniziando a non rovinare la loro autostima.
Voi unigenitori come fate per valorizzare la personalità dei vostri bambini?
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