Il+giorno+della+nascita+%26%238211%3B+La+versione+del+pap%C3%A0
universomammait
/2016/01/26/il-giorno-della-nascita-la-versione-del-papa/amp/
Categoria Parto o taglio cesareo: come avviene e quali rischi comporta

Il giorno della nascita – La versione del papà

Published by
Andrea Mondati

Ogni uomo in attesa di un figlio si sente ripetere sempre la stessa frase dagli altri papà: “Quando sarai lì dentro, ti sentirai inutile”. Una frase verissima ma che non comprendi finché non sei realmente dentro.

Già l’arrivo all’ospedale era stato abbastanza difficoltoso. Mi sentivo come una formica in un mondo di giganti: l’essere più insignificante sulla faccia del pianeta. Cercavo di rendermi utile come meglio potevo, aiutando Marta spaventata dalle contrazioni, standole vicino durante le docce calde, aspettando l’arrivo del travaglio attivo.

Ero mentalmente e fisicamente distrutto. Evitavo di sedermi, perché appena lo facevo, mi addormentavo e non potevo permettermelo. Cercavo di fare massaggi a Marta per aiutarla durante le contrazioni, per alleviare il dolore, con pochi risultati. Me la prendevo con le ostetriche perché, per la mia personale opinione, naturalmente sbagliata, non davano sufficienti attenzioni a mia moglie.

Poi finalmente, dopo 48 ore, arrivò il travaglio attivo. Tenevo la mano a Marta, senza dire nulla, me lo aveva chiesto lei, sopportando il dolore della sua stretta, dormendo con lei tra una contrazione e l’altra. Praticamente ero alla stregua di un bracciolo di una sedia del dentista, per il ruolo pratico che avevo. Emotivamente, però, sapevo che per Marta era fondamentale che io fossi lì. E poi meglio stare zitto che dire la cosa sbagliata.

Il parto proseguì fino all’alba di lunedì. Sorsero delle complicazioni e Marta fu costretta a fare il cesareo. Io fui sul punto di picchiare il dottore, a causa della stanchezza e del nervosismo, sbagliando. Non era nulla di grave, dopotutto. Giacomo non era mai andato in sofferenza e Marta era semplicemente troppo stanca.

Allora, dopo che una infermiera ci azzittì ricordandomi che Marta non aveva certo bisogno della mia rabbia (grazie Erica!) mi ritirai in un angoletto a singhiozzare sommessamente come un bambino, incapace di fare qualsiasi cosa, pienamente consapevole del significato della parola “inutile”.

Il dottore, le ostetriche e l’infermiera gestirono benissimo la situazione e portarono Marta in sala operatoria. Io chiamai mia suocera e, singhiozzando, incapace di comporre una frase di senso compiuto, cercai di spiegarle cosa stava succedendo. Quando arrivò all’ospedale, appoggiai la testa sulla sua spalla ed esplosi in un pianto disperato e liberatorio. L’ansia e la preoccupazione continuavano ad esserci. Aspettavo qualche notizia fuori dalla sala operatoria, camminando fuori dalla porta.

Quando finalmente uscì l’infermiera con la culla calda e Giacomo al suo interno, mi comunicò da lontano che entrambi stavano bene. Allora guardai Giacomo e tutto si azzittì. Avevo sempre pensato che sarei scoppiato in lacrime, sarei esploso di gioia urlando non appena lo avessi visto. In realtà, molto semplicemente, una sensazione di calma invase il mio corpo e la mia mente, mentre un dolce sorriso si allargò sul mio volto. Accompagnai l’infermiera a lavarlo e a prendere le prime misurazioni. Giacomo era lungo 54 cm e pesava 4,380 Kg. Lo presi in braccio. Lui era silenzioso e tranquillo. Dolcemente gli dissi: “Ciao Giacomo…” e lui esplose in un forte pianto. Allora ridendo gli dissi: “Fai così perché non mi riconosci o perché mi hai riconosciuto?”.

Lo riconsegnai all’infermiera e tornai ad aspettare Marta fuori dalla sala. Quando uscì, la vidi bellissima, tranquilla perché aveva già visto Giacomo, e finalmente rilassata. Ci accompagnarono nuovamente in sala parto per cercare di fare lo skin-to-skin, nonostante il cesareo. Ci portarono Giacomo e finalmente fummo tutti insieme. Per la prima volta, insieme.

Mi sono interrogato molto su come terminare questo racconto, ma non esiste un modo per spiegare a parole la gioia stupenda e meravigliosa provata quel lunedì mattina. La potenza ristoratrice di rendersi conto di avere un figlio. Ho cercato di raccontare tra le righe le emozioni che un uomo può provare durante il parto. Ma forse il modo migliore per raccontare cosa ho provato quel giorno, è utilizzare due semplici parole:

Sono padre.

E per voi unimamme come è stato il momento della nascita? E per i nuovi papà?

Andrea Mondati

Recent Posts

  • Salute e benessere bambini

Bambini: il freddo li fa ammalare?

Con il freddo aumentano i malanni di stagione, ma attenzione: non è il freddo la…

4 mesi fa
  • Attualità

Natale a prova di bambino: dalle luci natalizie all’albero, ecco come fare

Il Natale è ormai alle porte e, mentre i bambini non si trattengono più dalla…

6 mesi fa
  • Attualità

Usi il mocio per pulire i pavimenti? Attenzione a non riutilizzare l’acqua sporca, questo trucco ti salva la vita

Da sapere: se usate il mocio per pulire i pavimenti, attenzione a non riutilizzare l'acqua…

6 mesi fa
  • Attualità

Pulire i gioielli di Pandora non è mai stato così facile: ecco tutti i trucchi per farlo al meglio

Se anche tu ami il Pandora ma non sai mai come pulirlo, ecco qual è…

6 mesi fa
  • News

I costumi di Halloween 2023 più richiesti in tutto il mondo: ne vedremo delle belle

La festa più mostruosa dell'anno sta per arrivare, ecco quali sarebbero gli abiti più ricercati…

6 mesi fa
  • Attualità

Bagno sempre profumato: 3 trucchi da sfruttare, dopo averlo pulito accuratamente

Se il tuo bagno ha sempre un cattivo odore e non sai come mandarlo via,…

6 mesi fa