Si leggono ogni giorno notizie relative a politiche di immigrazioni in Europa, e non sono sempre buone. E intanto i rifugiati e i migranti continuano ad arrivare. L’alto commissiarato ONU per i rifugiati (UNHCR) ha recentemente diffuso gli ultimi dati sul flusso: oltre 80 mila le persone arrivate in Europa nelle prime 6 settimane dell’anno, di questi il 58% composto da donne e bambini, un numero superiore a quello dei primi 4 mesi del 2015.
Di fronte a tale dramma, la storia di una nonna greca candidata al premio Nobel può sembrare strana, ma è vero e dona speranza.
Lei è Emilia Kanvisi, ha 85 anni ed è di Lesbo. La sua foto è diventata virale lo scorso anno: Emilia tiene in braccio un neonato e gli sta dando il biberon, alleggerendo anche se per pochi istanti la mamma. Con lei due sue amiche che hanno aiutato i rifugiati in arrivo dalla Turchia.
Nel 2015 in Grecia sono arrivati migliaia di rifugiati e gli abitanti delle varie isole non si sono tirati indietro, ma hanno soccorso e aiutato i disperati che arrivavano in barconi e gommoni da Siria, Iraq e Afghanistan.
Quando hanno intervistato Emilia lei ha dichiarato che non sapeva da dove venisse il bambino, né tanto meno dove fosse la Siria e nemmeno che c’era una guerra in atto. Che ha fatto semplicemente ciò che ogni essere umano avrebbe fatto: accudito, protetto e nutrito un infante.
Questo gesto di Emilia, assieme a quello di un pescatore greco Stratis Valiamos di 40 anni che ha salvato numerosi rifugiati dall’annegamento in mare aperto, e dell’attrice Susan Sarandon che a Natale si è prestata a soccorrere i rifugiati in Grecia, hanno spinto i membri dell’Accademia di Atene, del Comitato Olimpico ellenico, e alcuni rettori dei più famosi atenei del mondo a proporre di conferire loro il Nobel per la pace, e vincere così 1,2 milioni di dollari che verrà annunciato ad Ottobre. Un premio al coraggio e all’umanità di un popolo, quello greco, un premio ai volontari e alle organizzazioni che si battono tutti i giorni per la pace e la solidarietà.
Quando hanno detto ad Emilia che era stata proposta per il premio Nobel per la pace lei ha detto: “Cosa ho fatto? Non ho fatto niente.”
La stessa cosa è stata detta a Stratis e lui ha risposto: “Se stai pescando e una barca accanto a te sta affondando e le persone urlano chiedendo aiuto non puoi far finta di non sentirli” e ha aggiunto “Nessuno vuole lasciare la sua casa, prendere una borsa e 5 bambini e camminare per 5 mesi per salire su un gommone“.
Sulla piattaforma di petizioni online Avvaz.org mancano poche firme per raggiungere l’obiettivo di 700 mila firme.
E voi unimamme firmerete?
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