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Una mamma che ha avuto 11 aborti racconta cosa si prova (FOTO)

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Redazione Universo Mamma
Lost: Tommy

Care unimamme, parlare di aborto spontaneo non è piacevole, ma è necessario.

Purtroppo non sono poche le donne che lo hanno vissuto, è un evento che colpisce più persone di quello che ci si immagina. Ed è necessario parlarne perché è ancora considerato tabù, ancora si prova vergogna o si ha paura di non essere capite, o del giudizio degli altri, come ha dimostrato anche un recente sondaggio.

A questi pregiudizi vuole opporsi una mamma che non ha avuto un aborto spontaneo, bensì 11. Il suo nome è Dianne Yudelson, ed oltre ad essere mamma è anche una fotografa professionista.

Dianne ha infatti deciso di smettere di tacere e, al contrario, ha deciso di parlare apertamente e pubblicamente della sua storia, e lo ha fatto nel modo in cui le veniva meglio esprimerlo: con le immagini.

Lost: tutti i ricordi dei figli dopo 11 aborti spontanei

Dianne, infatti, ha conservato negli anni tutti i ricordi degli 11 figli persi, ai quali aveva dato un nome. Da questi ricordi è nato il suo progetto Lost, che lei descrive così:

Lost illumina un passaggio oscuro nel cammino della maternità. Per ogni perdita dei miei 11 figli ho tenuto ricordi. Sono rimasti a lungo conservati in una scatola bianca all’interno dell’armadio, così come i ricordi delle loro brevi vite sono rimasti a lungo conservati nel mio cuore.

La mia serie “Lost” è basata sulla mia esperienza personale. Sono passati 10 anni dalla mia ultima perdita. Non ho mai condiviso questi ricordi con nessuno poiché sono privati e personali e arrivano nel profondo delle mie emozioni in maniera commovente e straziante allo stesso tempo.

Ho letto l’affermazione che l’arte si riempie di significato quando condividi te stessa e la crei dal profondo dell’anima. Quindi condivido.

La creazione di questa serie è servita sia ad onorare queste vite preziose sia a dare voce alla mia situazione personale. Spero tanto che condividendo queste immagini io possa toccare le vite di numerose donne che ci sono passate o che stanno ora vivendo la dolorosa perdita di un figlio. Non sono sole nel loro viaggio

Ho creato le mie immagini in un modo umile e incontaminato per collegarmi direttamente alla loro breve e pura vita.”

LOST: Jane

 

L’abbiamo contattata per un’intervista e lei gentilmente si è resa disponibile. Ecco le sue risposte.

Quando e perché hai deciso di raccogliere ricordi dei tuoi figli?”

“Lo scorso luglio, dopo aver aiutato un’amica che attraversava una perdita dolorosa, ho riflettuto sulla mia esperienza personale. Questi pensieri mi hanno spinto a tirare fuori la grande scatola bianca dal mio armadio che proteggeva i ricordi dei miei bambini persi. Era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che avevo tirato fuori ogni singolo elemento e appena li ho appoggiati sul mio letto ho sentito che la loro storia doveva essere documentata. Essendo una fotografa fine art ho iniziato a creare la serie. 

Lost: Gwendolyn

 

Hai avuto 11 aborti spontanei, in quanti anni?”

“Il mio primo aborto spontaneo è stato nel 1993 e l’ultimo nel 2005.

Nel 1993 io e mio marito eravamo felicissimi dopo aver sentito i battiti del cuore e aver visto il nostro bambino muoversi nell’ecografia della 12esima settimana, il nostro sogno di famiglia stava realizzandosi. Abbiamo ricevuto regali e abbiamo discusso circa il nome del bambino. E’ stato durante il controllo del quarto mese che non abbiamo più sentito il battito e nelle settimane successive le nostre vite sono proseguite, ma noi eravamo storditi. Poi il dolore è arrivato. La perdita di un bambino comporta naturalmente del dolore. Il dolore è accompagnato dal dolore fisico derivante dall’aborto spontaneo e dalle transizioni ormonali della gravidanza che si aggiungono al carico emotivo. L’aborto spontaneo è straziante, l’aborto spontaneo è faticoso, l’aborto spontaneo ti isola.

 

Lost: Robert

 

“Che tipo di supporto hai avuto? Non si parla spesso del dolore dei papà ma è necessario farlo: come è stato tuo marito?”

“Non vivo vicino a mia sorella, o a mia madre o ad amici intimi così mio marito è stata la principale fonte di supporto, ciò nonostante anche lui abbia sofferto nella sua maniera. Sono fortunata ad avere un marito amorevole e premuroso e ho potuto vedere come il mio livello di dolore emotivo gli causava preoccupazione.

E circa altre forme di supporto, quando provi questo tipo di perdita altre persone possono, nella speranza di essere di aiuto, fare commenti insensibili sull’irrazionalità del tuo dolore, per cui lo tieni privato e lo rinchiudi. “

 

Lost: Tommy

 

“Avete altri figli? Conoscono la tua storia?”

“Ho due figli. Entrambi concepiti naturalmente e nati dopo gli aborti. Il più grande mi ha parlato dopo aver letto una mai intervista riguardo gli aborti spontanei. Ha detto che si ricordava i miei tentativi di aver un altro bambino e di averli persi, ma che non comprendeva ciò che avevo vissuto fino a quando ha visto le immagini e ha letto i miei commenti. Si ricordava soltanto una mamma sorridente e amorevole. Sono stata felice di apprendere che attraverso la mia esperienza ha parlato con gli amici delle loro esperienze. Ciò è esattamente quello che spero avvenga come risultato del condividere la mia serie di foto. Credo che tutti conoscano qualcuno che ha avuto aborti spontanei, che si tratti di una madre, una moglie, una sorella, un’amica o una collega che semplicemente non ne hanno mai parlato prima. Non ascoltare mai una conversazione sugli aborti spontanei crea un tabù sociale, un tabù culturale. Ciò che mi auguro scaturisca dalla creazione delle mie immagini è l’aumento delle conversazioni e della comprensione degli aborti spontanei, sia fisicamente che emotivamente.

Si dice che “nel dare, ricevi“. Ho scoperto che questo è vero, specialmente quando dai con il cuore. Aiutando a guarire il dolore emotivo degli altri per una perdita durante la gravidanza, ho ridotto il mio.”

 

Lost: Violet

 

“Vorresti lasciare un messaggio alle nostre unimamme?”

“Per le donne che hanno avuto recentemente un aborto spontaneo: il lutto è normale e tutti lo vivono nel loro unico modo e nei loro tempi.

Quando hai voglia di piangere, piangi. Se senti di aver bisogno di circondarti di altre persone, tieni tutti vicino. Al contrario, se senti che hai bisogno di privacy, fallo sapere a tutti. Non cercare di seppellire i tuoi sentimenti, al contrario vivili.

Vorrei che tutte le persone che hanno avuto aborti spontanei sapessero che non sono sole nel loro viaggio.

Sono passati 11 anni dal mio primo aborto e quando ho saputo di essere incinta ho chiamato mia madre per condividere la notizia, ho detto: “Sto per diventare madre“. Lei ha risposto che ero già madre, perché dal momento in cui scopri di essere incinta ogni futura decisione presa è per il benessere del tuo bambino…questa è la definizione dell’ essere madre”.

Lost: Bryce

 

Lost: Jeff

 

Lost: Georgia

 

Lost: Mary and Vivian

 

Lost: Charlie

 

Noi speriamo che questo progetto, così come le testimonianze di altre mamme che ci sono passate (o di papà, ricorderete che anche Mark Zuckemberg ne ha parlato in occasione della nascita della figlia), contribuisca ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza di ciò che si prova quando si ha un aborto spontaneo, e che soprattutto il parlarne porti a una maggiore comprensione dei motivi che lo  inducono. Occorre approfondire le cause, finanziare la ricerca, supportare le donne e le famiglie. Basta silenzi, basta tacere.

E voi unimamme, siete d’accordo? Che ne pensate di questo progetto?

Redazione Universo Mamma

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