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Attualità

Una mamma in lutto trasforma la sua perdita in dono per 6 bambini – FOTO

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Maria Sole Bosaia

Wendy Cruz-Chan è una mamma davvero straordinaria la cui storia può insegnarci tanto.

Wendy è infatti una mamma che ha deciso di compiere un atto di generosità incredibile a favore di tanti bambini bisognosi.

La mamma di un figlio nato morto fa un dono prezioso a 6 bambini: donare il latte

Questa donna era alla 19° settimana di gravidanza quando è stata colpita da una rara infezione dell’utero che ha causato la morte di Killian, il bimbo che portava in grembo.

“Tutto ciò che ho di lui sono delle ceneri in un’urna, non posso vestirlo, giocare con lui, non posso vederlo crescere. Come madre mi si spezza il cuore. Mi ferisce profondamente” ha confessato la donna a Inside Edition.

Nonostante la terribile tragedia che l’aveva colpita, mentre lasciava l’ospedale, Wendy si è ricordata che i suoi seni erano congestionati per il latte.

Così, in un gesto di grande generosità lei, in accordo col marito, ha deciso che avrebbe pompato il latte per donarlo ai bambini bisognosi.

“Anche se non potevo allattare direttamente mio figlio volevo fare qualcosa in suo nome. Questo è ciò che posso fare per lui.”

Wendy, che è anche una doula, si è avvicinata alla comunità delle altre doule per vedere se c’era qualche famiglia il cui figlio avesse bisogno di latte.

Tra i bambini che sta aiutando ce n’è uno affetto da epidermiolisi bollosa, una rara malattia della pelle che causava bolle sulla pelle.

Il piccolo, grazie al latte di Wendy, è migliorato molto.

Donare latte mi ha dato uno scopo, mi ha aiutato a non sprofondare nella depressione”.

Inizialmente Wendy voleva pompare latte per 3 mesi, ma dopo aver raggiunto all’incirca 30 litri in 2 mesi ha deciso di raddoppiare per il mese successivo.

“Sono molto fiera dei miei seni” ha dichiarato ridendo.

Il suo impegno però non si conclude con queste donazioni. La donna desidera diffondere consapevolezza sulla donazione di latte, in modo che questa venga vista in modo normale.

“Alcune persone vedendomi pompare il latte mi chiedevano “che età ha il tuo piccolo?” Quando rispondevo che il mio bimbo era morto alla nascita i loro volti erano sconvolti o pieni di compassione. Alcune volte non è facile, altre li ignoro. Cerco di andare avanti e di prepararmi per le loro domande” ha scritto Wendy in un post sulla sua pagina Facebook.

In ottobre questa mamma ha scritto su Facebook:

oggi sono tre mesi dal momento in cui mi sono imbarcata nel viaggio della lattazione 3 giorni dopo che mio figlio Killian è nato morto. Ho pompato e donato 60 litri del mio latte per 6 bambini.

Ho raggiunto il mio obiettivo personale di 60 litri in 3 mesi.

Ora è il momento di porre termine al mio viaggio nella lattazione e di concentrarmi su me stessa mentre preparo il mio corpo per la prossima gravidanza.

Sono molto grata per aver potuto aiutare quei bambini con il mio latte e aver potuto incontrare le loro famiglie.

Pompare ogni 3-4 ore anche di notte è stato davvero stancante. Ma ne è valsa la pena.

Vedere quei bimbi migliorare grazie al mio latte mi ha molto aiutata nel processo di guarigione.

So che mi mancherà la lattazione.

Volevo dimostrare che anche dopo la tragica nascita di un bimbo venuto al mondo morto potete trasformare quell’esperienza in qualcosa di positivo e ispirare le persone intorno a voi.

Grazie al mio dolore mi sono evoluta e ho imparato a tirarmi fuori dall’oscurità.

Sono benedetta per avere tante persone, amici e famiglia e mio meraviglioso marito John e mia figlia Ariya che mi sostengono e condividono il mio cammino.

Ora il mio prossimo viaggio è quello di avere un CuddleCot (culla refrigerata che permette ai genitori in lutto di passare più tempo con i figli) presso l’Ospedale Metodista di New York e spero anche in altri ospedali per mantenere viva la memoria di Killian“.

Nella pagina di raccolta fondi per la culla, Wendy racconta il motivo per cui il bambino è nato morto: è stata colpa di un batterio, l’haemophilus influenzae di tipo b. 

Questa donna, a cui hanno indotto il parto, è potuta rimanere con il figlio per massimo 2 ore, perché poi il corpo del bambino avrebbe iniziato a decomporsi per via della temperatura calda della camera.

Durante quel periodo di tempo, Wendy racconta che ha cercato di focalizzare ogni dettaglio del figlio, ha scattato foto e lo ha tenuto in braccio. Devastante per lei è stato il doverlo lasciare andare.

Avrebbe voluto che l’ospedale avesse una Cuddle cot per poter tenere suo figlio per più tempo con lei nella stanza. Per questo motivo ha deciso di aiutare l’ospedale in cui ha partorito ad averne uno, attivandosi con questa raccolta.

Unimamme cosa ne pensate del gesto di questa mamma?

Noi vi lasciamo con la storia di un’altra mamma che ha donato molto latte in onore del figlio.

Maria Sole Bosaia

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