E’ solo di pochi giorni fa la notizia di una ragazzina in Puglia che a soli 12 anni ha partorito con un taglio cesareo un bambino, perché il suo corpo non era ancora in grado di sostenere un parto dato che è in formazione, mentre il papà di soli 13 anni si “preparava” al suo nuovo ruolo facendo i compiti. Probabilmente non si sarà nemmeno resa conto di che cosa le sia successo: diventare madre è uno sconvolgimento a tutte le età – e io ne so qualcosa – ma quando si è poco più che bambine a tua volta lo è ancora di più.
Chi crescerà poi il figlio? I nonni? E’ difficile comprendere che cosa succederà, ma una cosa è certa: purtroppo i giovani di oggi non sono assolutamente informati in materia di sessualità e la colpa è un po’ di tutti noi.
Quando dico che la colpa è un po’ di tutti noi è perché penso che nessuno sia escluso da questo discorso: genitori, insegnanti, società. Le famiglie sono lasciate spesso sole nell’educazione dei propri figli e quelle che erano una volta le agenzie di insegnamento come per esempio la scuola oggi non valgono più (quanti corsi di educazione sessuale sia fanno tra i banchi?). Così i ragazzi vengono lasciati sempre più in balia di quello che trovano su internet, spesso non avendo gli strumenti per decodificarlo e credendo che per essere ammirati nel proprio gruppo di riferimento bisogna ad esempio mostrare il proprio corpo con foto ammiccanti o perdere la verginità come se fosse un pensiero fastidioso a cui liberarsi al più presto.
Ci ha provato Mtv riproponendo il format americano “16 and pregnant” seguendo alcune ragazze rimaste incinte prima della maggiore età: sicuramente le protagoniste hanno molto seguito sui social per cui – almeno in questo – possono lanciare un messaggio positivo. Eppure viene da chiedersi in quante e quanti siano consapevoli delle conseguenze di una sessualità non protetta: oltre ad una gravidanza indesiderata, ci sono le malattie trasmissibili appunto con un atto sessuale, dalle infezioni fino all’Hiv.
Molti giovani inoltre non usano il preservativo, un po’ perché si vergognano a chiederlo in farmacia o a comprarlo e perché pensano che tolga sensibilità. D’altronde, gli adolescenti, come osserva uno psicoterapeuta su Panorama, sono in quella fase della vita in cui pensano di essere invincibili: per questo noi tutti dobbiamo proteggerli, ma non impedendo loro di vivere, ma fornendo gli strumenti affinché si rendano conto di quali pericoli corrano.
Soprattutto parliamoci con questi ragazzi: coinvolgiamoli e non diamo per scontato che a loro certe cose non accadano.
E voi unimamme cosa ne pensate? Parlate con i vostri figli?
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