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Le ragazze maturano prima dei ragazzi, e la scienza dice anche di quanti anni

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Francesca Nicoletti

È ormai una cosa assodata che al mondo ci siano più femmine che maschi e una ricerca ne ha anche spiegato le motivazioni.

Oggi, invece, vogliamo parlarvi di un’altra ricerca che avvalora un luogo comune che più luogo comune non è: le ragazze maturano prima dei ragazzi. Ecco le prove.

Le ragazze maturano prima dei ragazzi

Una ricerca condotta presso l’Università di Newcastle su 121 soggetti, con età compresa tra i 4 e i 40 anni, ha dato una risposta al come mai le ragazze maturino molto prima rispetto ai loro coetanei maschi.

Gli scienziati attraverso una scansione del cervello, non invasiva, hanno scoperto che i dati e le informazioni recepite dall’ambiente che ci circonda vengono riorganizzate e archiviate e, se ripetute, vengono del tutto rimossi.

È proprio così, sembra che nei ragazzi durante la pubertà si spengano le connessioni neurali che non considerano importanti e addirittura le rimuovano. Questo permetterebbe loro di concentrarsi sulle cose importanti.

Nelle ragazze questa ‘potatura’ inizia intorno ai 10-12 anni di età mentre nei ragazzi avviene intorno ai 15-20 anni e ciò spiega il motivo per cui le ragazze maturino prima dei loro coetanei maschi.

Il dottor Marcus Kaiser, riguardo quanto scoperto, ha dichiarato sul Telegraph: «Per puro caso abbiamo scoperto che vi è una differenza tra maschi e femmine in termini di sviluppo. Abbiamo scoperto che il cervello comincia a potare connessioni neurali che non ritiene importanti. Durante questo processo ricordi simili o suoni o luoghi che appaiono nel cervello più volte vengono spenti». È come se, dunque, il cervello venisse liberato da informazioni inutili.

Il ricercatore Sol Lim ha poi aggiunto: «La perdita di connettività durante lo sviluppo del cervello può effettivamente contribuire a migliorare la funzione cerebrale riorganizzando la rete in modo più efficiente. In questo modo riducendo alcune proiezioni nel cervello lo si aiuta a concentrarsi su informazioni essenziali».

E voi unimamme cosa ne pensate di questa scoperta?

Francesca Nicoletti

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