Addirittura, uno studio ha scoperto che spesso i genitori non sempre sono capaci ad aiutare i figli nello svolgimento degli stessi.
Ecco, dunque, alcuni utili consigli da parte di due esperte su come poter far fronte a un momento di ansia e tensione.
Sono pochi, davvero pochi, i ragazzi che studiano senza alcuna insistenza da parte dei genitori e riescono nel loro intento senza chiedere alcun aiuto. In linea di massima, infatti, i ragazzi tendono a rimandare lo svolgimento dei compiti a casa.
Angelica Moè e Gianna Friso, due docenti di psicologia nonché autrici del libro “L’ora dei compiti”, vengono incontro a noi genitori e ci indicano le motivazioni e le possibili soluzioni.
Le due specialiste sostengono che diversi sono i fattori che rendono difficile lo svolgimento dei compiti, ovvero:
Qualsiasi sia la causa, però, i genitori devono essere capaci di sostenere i figli e spronarli a fare il loro dovere (fare i compiti). Quasi sempre, però, tale momento diventa argomento di scontro e ciò, secondo le due psicologhe, è del tutto errato poiché, in questo modo, tutto diventa più difficile.
Come prima cosa Angelica Moè e Gianna Friso consigliano ai genitori di individuare quale sia l’area critica del proprio figlio e cercare di intervenire nel modo giusto:
È anche probabile che nostro figlio abbia da affrontare più problematiche insieme, magari potrebbe essere un po’ demotivato e allo stesso tempo carente di un buon metodo di studio e allora, le due dottoresse, ci suggeriscono di individuare le aree più critiche e a mettere in evidenza, allo stesso tempo, i suoi punti forti.
Angelica Moè e Gianna Friso, in ultimo, ci raccomandano di seguire i sei principi sviluppati da Pomerantz, uno studioso che ha fatto di questo tema il suo studio principale.
Eccoli:
1- Ricordarsi che ogni abilità è malleabile, in crescita, modificabile
Inculcare nei nostri ragazzi il concetto che tutti possiamo riuscire, basta solo volerlo e trovare la strada giusta. Indicare i modi e le strategie per rompere ogni indugio del tipo: «C’è chi è portato e chi no, queste cose non le capirò mai».
2- Il vostro coinvolgimento conta
Interessarsi alla vita scolastica dei nostri figli chiedendo loro, quotidianamente, come va a scuola, voto a parte. Cercare di individuare eventuali difficoltà e aiutarli a superare.
3- Sostenere l’autonomia
Spiegare ai nostri figli che spetta a lui essere responsabile a svolgere il suo dovere e che ne ha le piene capacità.
4- Mantenersi positivi
Non farsi prendere dalla frustrazione, dalla rabbia e dall’ansia dei nostri figli rispondendo con le stesse armi ma, invece, cercando di sfidarlo con frasi tipo: «troviamo una strategia?» e incoraggiandoli esprimendo loro la nostra stima.
5- Fornire un feedback correttivo
Rivolgerci ai nostri figli con frasi positive tipo: «In questo esercizio avresti potuto fare…», «Nel programmarti potresti affrontare prima…», piuttosto che aggredirli e sottovalutarli con frasi come: «Non capisci», «Fai sempre gli stessi errori».
6- Non dimenticare che ogni ragazzo è diverso dall’altro
Evitare assolutamente paragono con terze persone o con il nostro operato ai tempi in cui frequentavamo la stessa classe. Ogni ragazzo è diverso dagli altri e ha caratteristiche proprie.
E voi unimamme seguirete i consigli di Pomerantz, così come scritto anche su Erickson?
Con il freddo aumentano i malanni di stagione, ma attenzione: non è il freddo la…
Il Natale è ormai alle porte e, mentre i bambini non si trattengono più dalla…
Da sapere: se usate il mocio per pulire i pavimenti, attenzione a non riutilizzare l'acqua…
Se anche tu ami il Pandora ma non sai mai come pulirlo, ecco qual è…
La festa più mostruosa dell'anno sta per arrivare, ecco quali sarebbero gli abiti più ricercati…
Se il tuo bagno ha sempre un cattivo odore e non sai come mandarlo via,…