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“Sei incinta? Paga la tua sostituta o licenziati”: donna ricattata dall’azienda

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Valentina Colmi

Che la gravidanza non sia particolarmente tutelata, ormai purtroppo lo si sa: spesso le donne perdono il lavoro quando annunciano di essere incinte e raramente ci sono imprenditori illuminati come quello che ha assunto una futura mamma al nono mese di gravidanza (che poi – se fossimo in un Paese normale – non dovrebbe essere una notizia, ma la prassi).

Donna incinta costretta a pagare la propria sostituta per continuare a lavorare

Arriva da Treviso un’altra storia assurda di una donna che si è rivolta ai Sindacati per l’assurda richiesta dei suoi datori di lavoro: “Sei incinta? Nessun problema, ma il tuo assegno Inps per la maternità lo darai all’azienda per pagare il tuo sostituto”. E’ quello che si è sentita dire una donna di 25 anni quando ha annunciato ai titolari dell’azienda per cui lavora di essere in attesa di un bambino.

Una cosa davvero impensabile, se non fosse che è accaduta davvero.

In soli tre mesi – spiega Nicola Atalmi a ilgazzettino.it, segretario provinciale della Cgil – questa è la seconda giovane mamma che si trova a fare i conti con richieste del genere. Oggi purtroppo molti lavoratori accettano i “ricatti” di alcune imprese pur di ottenere un impiego o continuare a lavorare. “Ti do una busta paga, è già un regalo che ti faccio”: così ragionano alcuni, per fortuna una minoranza“.

La ragazza – che lavora per una piccola azienda con due titolari e due dipendenti – si è sentita gelare quando le è stata comunicata la notizia: il suo capo le ha infatti chiesto di devolvere il suo assegno di maternità ai datori di lavoro in modo da poter pagare una sostituta. Quando la giovane donna ha risposto che non avrebbe voluto pagare la risposta è stata “bene, allora licenziati“.

Atalmi ha chiesto allora un incontro con i titolari dell’azienda e – come riporta il Corriere del Veneto – “la storia ha avuto un happy ending, l’azienda assumerà un sostituto che pagherà mentre la maternità sarà, come da prassi, sostenuta dall’Inps. La cosa che mi ha sorpreso di più è che la lavoratrice non fosse scandalizzata, lo trovava semplicemente strano”.

Se non fossero intervenuti i Sindacati magari questa ragazza avrebbe perso il lavoro.

E voi unimamme cosa ne pensate? Vi siete mai trovate di fronte a situazioni simili?

Valentina Colmi

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