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Salute e benessere bambini

È giusto che i genitori finiscano in prigione per il bullismo dei figli?

Published by
Valentina Colmi

Evidentemente il fatto di pagare per le proprie colpe non è sempre un dato scontato. Mentre il proverbio dice che “le colpe dei padri ricadono sui figli”, nella storia che vi andiamo a raccontare è esattamente l’opposto. A North Tonawanda, nello Stato di New York, infatti è stata approvata una legge che stabilisce che se uno studente compie per almeno due volte in 3 mesi un atto di bullismo, a pagare non sarà lui, ma i genitori. Questi ultimi infatti dovranno pagare non solo una multa di 250 dollari, ma persino rimanere in prigione per 15 giorni.

Una legge che farà certamente discutere:

  • perché devono subire delle conseguenze i genitori di un atto da condannare che riguarda i figli?
  • i bulli impareranno dai loro errori?

La legge – come riporta il sito della Abc –  è stata fortemente voluta da un gruppo di genitori capeggiati da Victoria Crago, il cui figlio che fa la terza media, è stato aggredito da un altro ragazzino: viste le sofferenze del bambino, la signora ha deciso di organizzare un movimento antibullismo: “Questo ragazzino lo ha preso a pugni e lo ha colpito più forte che poteva” ha detto la donna a ABC News. “Quello che mi ha realmente allarmato è che questo atto di violenza così sfrontato è stato fatto di fronte a un genitore”.

La proposta di questo tipo di legge è stata accolta perché nel frattempo la cittadina era in preda a episodi di vandalismo compiuti da giovanissimi di 13 anni, che rimanevano però impuniti visto che non c’erano sanzioni sufficienti.

Approvata all’unanimità dal consiglio comunale, la legge stabilisce che i genitori risponderanno in prima persona di atti di bullismo dei loro figli fino a 16 anni. Le direttive sono piuttosto chiare:

  • divieto assoluto di compiere atti di bullismo,
  • divieto di star fuori senza accompagnatori fino alle 23 nei giorni di scuola e oltre la mezzanotte nei week end.

Il provveditore agli studi della contea, Gregory Woytila ha dichiarato: “Speriamo proprio di non dover ricorrere a questa legge. Ma se ci trovassimo davanti a casi estremi, non esiteremo”. In realtà North Tonawanga non è la prima cittadina a prendere decisioni del genere: già 4 anni Plover, nel Wisconsin, ha adottato una legge simile. In realtà non c’è mai stato bisogno di imprigionare nessuno, ma la legge è stata fondamentale per risolvere la situazione.

Voi unimamme cosa ne pensate? Pensate che una legge del genere potrebbe andare bene anche in Italia? Intanto da noi è stata approvata quella sul cyberbullismo, un passo avanti.

Valentina Colmi

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