La giornata è stata riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 2012 e la scelta è ricaduta sul primo giorno di primavera perché il “cromosoma in più” è nella coppia cromosomica 21.
Ogni anno viene scelto un tema e quello di quest’anno è #WhatIBringToMyCommunity ossia #ilmiocontributoallasocietà, proprio per sottolineare che ognuno può dare un contributo significativo non solo nel lavoro, ma a scuola, nella vita, nello sport, e nella società in generale.
Diverse le iniziative in tutto il mondo per sensibilizzare e diffondere la consapevolezza che una persona con la Sindrome di Down è innanzitutto una persona, e in quanto tale in grado di fare e di dare. Occorre sfatare gli stereotipi e i pregiudizi.
Innanzitutto la Sindrome di Down non è una malattia ma una condizione genetica, della quale ancora non si è scoperta la causa. Inoltre non tutti sanno che negli ultimi 40 anni sono cambiate molte cose:
Ciò è stato reso possibile grazie al sostegno da parte delle famiglie e delle associazioni. Fondamentale è infatti fare rete.
Per celebrare la Giornata e raccogliere fondi utili per educare all’autonomia sempre più persone, l’Associazione Italiana Persone Down (AIPD) sarà presente in diverse piazze italiane e offrirà in cambio di una donazione minima di 5 euro una piantina di girasoli perché “Con i girasoli, giriamo soli! ”.
Inoltre nella giornata di oggi si tiene anche a New York nella sede delle Nazioni Unite una conferenza intitolata “What I bring to the workplace”, in cui verranno presentati i dati del progetto “A Valueable network” con il quale si è cercato di aiutare e sostenere persone con Sindrome di Down e con altre disabilità a trovare un lavoro e a svolgerlo al meglio.
Il progetto prevede:
Ad oggi sono circa 50 i membri che hanno aderito al network, ristoranti e hotel, e i paesi coinvolti sono Italia, Spagna e Portogallo.
Parlando di inclusione, un video del Coordown molto carino spiega l’importanza dell’inclusione scolastica. Il video è inglese ma è sottotitolato in italiano.
Come si legge sul video il tema è #includeusfromthestart (includeteci dal principio), perché la scuola è un luogo importante e deve essere pienamente inclusivo.
La scuola non può e non deve essere infatti solo il luogo dove gli studenti apprendono le materie didattiche, ma dove apprendono anche a relazionarsi con gli altri, a rispettare e comprendere i compagni, sviluppandosi anche dal punto sociale ed emotivo. Siamo tutti diversi, e queste differenze diventano ricchezze.
Purtroppo non ovunque i bambini con Sindrome di Down e altre disabilità sono inclusi, e ciò penalizza non solo loro. La scienza lo dimostra: sono migliori i risultati scolastici e sociali di tutti i bambini.
Tra l’altro la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità riconosce nell’art.24 il diritto umano ad un’educazione inclusiva.
Molto carina infine è l’iniziativa dell’Associazione Italiana Persone Down del Trentino che propone di indossare calzini o scarpe spaiate per far riflettere sulla diversità e di condividere le foto sui social network con l’ashtag #diversimauguali.
E voi unimamme, che ne pensate? Parteciperete a qualche iniziativa?
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