20 bambini e due gemellini di 17 mesi vittime di un naufragio in Libia (FOTO)

naufragio in libia
Fonte: Medici Senza Frontiere TwitterC’erano anche 20 bambini e due gemellini di 17 mesi tra i cento dispersi in seguito a un naufragio avvenuto in Libia.

A riferirlo Medici Senza Frontiere, che ha riportato le testimonianze dei sopravvissuti. Il naufragio è avvenuto l’1 settembre, con oltre 100 vittime. Tra questi anche 20 bambini e due piccoli gemellini di 17 mesi annegati con la mamma ed il papà. Secondo le testimonianze raccolte erano 2 gommoni con più di 160 persone su ognuno.

I sopravvissuti sono stati poi portati in un centro di detenzione nella città portuale di Khoms, a est di Tripoli. Tantissime le persone con ustioni chimiche sul corpo per la presenza di carburante misto ad acqua salata nei gommoni.

@sara creta/MSF

Continua intanto l’emergenza a Tripoli dove secondo l’ Unhcr, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, i migranti sono presi di mira con “atrocità indicibili”. Una donna ha raccontato di essere stata violentata, dopo essere stata allontanata dal marito, e che gli stessi criminali hanno torturato e molestato sessualmente anche suo figlio di appena un anno.

Altra denuncia riguarda il fatto che ci sono trafficanti travestiti da operatori dell’ONU in diverse località della Libia, avvistati nei punti di sbarco e nei centri di traffico di esseri umani, con magliette e giacchette con loghi simili a quelli dell’Unhcr.

naufragio in libia unhcr
@UNHCR/Sufyan Ararah

Con la denuncia l’Unhcr, che è presente in Libia nei punti ufficiali di sbarco per fornire assistenza umanitaria e medica, chiede:

  • che vengano messe in atto alternative alla detenzione, compreso l’uso immediato della struttura di raccolta e partenza a Tripoli, che fungerà da piattaforma per raggiungere la sicurezza in Paesi terzi e che sarà gestita dal Ministero degli interni libico e dall’Unhcr. La struttura ha la capacità di ospitare 1.000 rifugiati vulnerabili e richiedenti asilo ed è pronta per l’uso“.
  • una forte azione istituzionale per colpire i trafficanti responsabili
  • alle autorità libiche “di agire contro tutti i criminali che cercano di colpire rifugiati e migranti disperati“.

Una situazione unimamme a dir poco drammatica.

Pochi giorni fa sempre l’Unhcr ha pubblicato un nuovo rapporto denunciando come il rischio di morte durante le traversate del Mediterraneo sia diventato ancora più alto: nel 2018 oltre 1600 persone hanno perso la vita o sono disperse. Il tasso di mortalità è passato da 1 su 42 da gennaio a luglio 2017 a 1 su 18 nello stesso periodo del 2018.

Speriamo che venga fatto al più presto qualcosa da tutta la comunità internazionale.

Vi lasciamo con la drammatica denuncia che riguarda anche le donne incinta, abusate e torturate in Libia.

Impostazioni privacy