Per essere confermato, il congedo di paternità deve essere rifinanziato con la prossima legge di stabilità, oppure dal prossimo 1 gennaio i papà non avranno più nemmeno un giorno obbligatorio retribuito al 100% per stare con i figli.
Vi ricordiamo brevemente in cosa consiste il congedo di paternità.
Il congedo di paternità è stato istituito dalla legge 92 del 2012, successivamente è stato ampliato da 2 a 4 giorni.
Possono aderire padri lavoratori dipendenti entro il quinto mese di vita del figlio (nato dal 1 gennaio 2018). A questi giorni se ne può aggiungere un altro se però la mamma rinuncia a un giorno di maternità.
Il padre ha diritto al 100% della retribuzione a carico dell’Inps.
“Purtroppo, è evidente che il tema del congedo di paternità è sparito dall’agenda e soprattutto è assente nella discussione della Legge di bilancio” ha dichiarato Titta Di Salvo, parlamentare della precedente legislatura e sostenitrice del provvedimento.
Purtroppo molti neo papà non usufruiscono di questa possibilità, probabilmente per scarsa informazione o per pregiudizi.
Però secondo i dati forniti dal Ministero del Lavoro sono sempre di più gli uomini che utilizzano il congedo obbligatorio per stare con i figli.
“Sappiamo tutti che, per far ripartire le nascite e aumentare l’occupazione femminile la chiave è la condivisione delle responsabilità in famiglia” ricorda Riccarda Zezza, imprenditrice e co promotrice di una petizione per salvare il congedo di paternità “Serve un cambiamento di sistema, ma non sono 4 giorni a cambiare le cose: ne servono di più. Il paradosso è che spesso questo tema viene affrontato solo in fase di separazione, quando si tratta di stabilire il numero di giorni che il padre deve passare con i figli”.
Voi firmerete la petizione?
Unimamme, cosa ne pensate di questa preoccupante notizia di cui si parla su Repubblica?
Vi lasciamo con i benefici derivati dal congedo di paternità.
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