La vicenda ha avuto inizio il 7 settembre 2017 quando due stesse americane denunciano al 113 di essere state violentate da due carabinieri che le avevano accompagnate a casa sull’auto di servizio.
Cominciano così le indagini e si riscontra che le ragazze hanno un tasso alcolemico di 1,5 grammi per litro.
Nel frattempo Camuffo e Pietro Costa vengono iscritti nel registro degli indagati per violenza sessuale aggravata dal fatto che appartengano alle forze dell’ordine e vengono sospesi dall’arma.
I due militari si presentano dal pm per fornire la loro versione, il quale però ritiene gli indizi raccolti molto gravi.
«I due carabinieri in contrasto con le regole note anche alla più inesperta recluta hanno usato l’auto di servizio per accompagnare due civili. E dopo averle fatte entrare nel portone hanno avuto un approccio sessuale».
A seguito degli avvenimenti le studentesse hanno interrotto i loro studi e poi sono tornate in Italia per l’incidente probatorio, durato 12 ore, con 260 domande a testa proposte dalla difesa e non tutte accolte.
Ora Marco Camuffo è stato condannato a 4 anni e 8 mesi mentre Pietro Costa, entrambi destituiti dall’arma, è rinviato a giudizio perché, a differenza dell’ex collega, non ha scelto il rito abbreviato, la prima udienza per lui si svolgerà il 10 maggio 2019.
Unimamme, cosa ne pensate dell’esito di questo processo di cui parla La Stampa?
Noi vi lasciamo con una nuova legge sullo stupro introdotta di recente in Svezia.
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