Agli inizi di aprile una mamma di 30 anni è stata ricoverata presso l’Ospedale Santa Caterina Novella a Galatina perché vicina al parto. I controlli e gli esami precedenti non avevano destato sospetti o rilevato problemi di sorta, quindi la donna era serena.
Le cose si sono però inaspettatamente complicate.
Il giorno successivo al ricovero, al momento del parto, la mamma ha dovuto subire un cesareo, successivamente, durante l’operazione si è verificato uno schock emorragico, con conseguente trasfusione di 5 sacche di sangue.
I medici sono stati costretti a rimuoverle l’utero. Questo le impedirà di avere altri figli ed è uno degli aspetti presenti nella maxi richiesa risarcitoria, per invalidità parziale e totale, per danno biologico e danno risarcibile personalizzato, inoltrata dal legale della donna Giuseppe Rampino.
Nel ricorso, che dovrà essere accertato da una consulenza del Tribunale, si ipotizza che l’ematoma che causò l’emorragia fu provocato dalle manovre di estrazione del feto.
Secondo le cartelle cliniche l’ematoma non era facilmente trattabile perché intaccava i reni.
Spetta quindi al giudice stabilire se ci sono state omissioni durante il parto e durante l’intervento per fermare l’emorragia. Inoltre sempre lui dovrà decidere se ci siano responsabilità in quanto accaduto e raccontato su Corriere Salentino.
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