Le novità sul salvataggio del bambino caduto nel pozzo.
Proseguono senza sosta i titanici sforzi dei soccorritori che stanno cercando di liberare il piccolo Julen, ancora prigioniero del pozzo in cui è precipitato domenica scorsa, mentre si trovava a un barbecue su una collina di Totalan, a 20 km. da Malaga con il papà e la mamma.
Sabato scorso è iniziata la perforazione che dovrebbe finalmente raggiungere Julen.
Le operazioni, purtroppo, hanno subito rallentamenti a causa di diverse difficoltà. Gli ostacoli dipendono dalla morfologia del terreno. A un certo punto una striscia di roccia molto dura ha rallentato il lavoro del trapano che stava scavando il pozzo parallelo dal quale raggiungere il piccino di soli 2 anni.
Questa mattina presto la perforazione ha raggiunto 52 metri, ma Angel Garcia, coordinatore dei soccorsi, durante l’ultima conferenza stampa ha spiegato che non potranno raggiungere Julen prima di domani.
I 300 ingegneri e operai che lavorano incessantemente al salvataggio inizialmente avevano provato ad aspirare la terra franata nel pozzo, ma la sabbia caduta durante l’incidente del bimbo ha intasato il tubo aspiratore.
Poi a 18 metri di scavo della piattaforma di lavoro è stata trovata una roccia molto dura.
Quando stavano per partire i lavori, sabato, i geologi hanno scoperto che, a 4 metri di profondità, il terreno si era indurito più di 200 volte rispetto alla norma, quindi è stata cambiata l’ubicazione sul lato opposto, all’interno del cratere scavato a 23 metri di profondità.
All’inizio lo scavo è arrivo a -22 metri in sole 7 ore, ma da quel punto tutto si è fatto molto più difficile.
“Siamo passati da una zona dura a un’altra più dura“ ha specificato il coordinatore dei soccorsi”.
Secondo alcune fonti la durezza del terreno, in alcuni punti, arriva a 8, in una scala da 0 a 9.
Come accennavamo da -22 metri la scavatrice ha dovuto percorrere un tratto di 15 metri pieno di quarzite e quindi molto difficoltoso da perforare, questo ha rallentato i lavori.
Stando alle stime la perforazione potrebbe terminare tra le 18 e le 20 di questa sera, poi inizierà il rivestimento del pozzo per cui ci vorranno 5 o 6 ore, infine si farà un riempimento di sicurezza che prenderà 2 ore.
Dopo, nella capsula costruita appositamente verranno calate due persone, appartenenti alla brigata di soccorso minerario delle Asturie. L’idea è quella di scavare a mano un tunnel di 3-4 metri con cui collegarsi al luogo in cui si pensa che si trovi Julen.
“La durezza del terreno ci sta rallentando, ma c’è un lato positivo: è più stabile e sicura per i minatori e anche per Julen. Siamo convinti che non ci siano state nuove frane sul bambino“.
Ulteriori problemi potrebbe offrirli la galleria finale il cui scavo spetta ai minatori sempre a causa dell’eterogeneità del terreno.
Unimamme, noi continuiamo a sperare che i genitori possano riabbracciare presto il loro bambino e a fare il tifo per i soccorritori e i loro incredibili sforzi di cui si parla su El Pais.
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