“Meglio morta che lesbica”: ragazza picchiata e abusata dai genitori

ragazza lesbica picchiata e violentata
fonte foto: iStock

Una ragazza veniva picchiata dalla madre e violentata dal padre per il suo orientamento sessuale.

Unimamme, oggi purtroppo vi dobbiamo raccontare la storia di una ragazza la cui vita è stata resa un inferno dai genitori.

La protagonista, Francesca, aveva solo 15 anni quando i genitori, tramite alcuni sms, hanno scoperto che era lesbica. Sono andati a prelevarla a scuola, l’hanno picchiata e chiusa nella sua stanza.

L’inferno di una ragazza sequestrata dai genitori

La madre le ha gridato: “meglio una figlia morta che lesbica”.

Il padre invece la violentava: “tu queste cose devi guardare, non le donne”.

La ragazza, di origine siciliana, che ora ha 23 anni, ha ricordato: “ho tentato il suicidio tre volte, ma dopo l’ennesimo abuso sessuale sono scappata e li ho denunciati, ero appena diventa maggiorenne”.

La giovane ha denunciato i genitori per maltrattamenti, violenza sessuale e atti persecutori. Il papà e la mamma della ventitreenne hanno negato tutto, ma pare che in paese tutti sapessero, tanto che i compaesani, quando la ragazza fuggiva di casa avvisavano i genitori che andavano a riprenderla e la picchiavano.

Hanno anche fatto tre giorni di carcere. Loro negano, hanno sempre negato. Sicuri del silenzio della comunità in cui vivono. È un paese della provincia di Palermo, che faceva finta di non vedere, di non sentire. Anzi, aiutava sempre il padre a ritrovare la figlia, quando lei scappava.”.

Francesca ha raccontato a Repubblica:mi tagliavo i capelli e vestivo maschile la mia famiglia aveva già capito qualcosa delle mie scelte. Poi, una mattina ho lasciato il cellulare a casa, mia sorella ha letto i messaggi e li ha fatti vedere a mio padre. Quel giorno, sono corsi a scuola a prendermi. Tutti. Mio padre, mia madre, mia sorella e il suo fidanzato. E mentre eravamo in macchina, mi davano botte in testa, nelle gambe, mi davano botte dappertutto.”

Dopo aver lasciato la sua casa Francesca ha vissuto in una comunità protetta e successivamente ha deciso di denunciare.

“Ero ormai a un bivio o la vita o la morte. E ho scelto di vivere e di denunciare i miei genitori. Non è stato facile ma ho avuto accanto a me tante belle persone che mi hanno aiutato a superare i momenti difficili, è importante raccontare questa storia, perché tante altre ragazze che vivono situazioni simili alla mia non si scoraggino, non pensino mai di farla finita, perché anche loro trovino il coraggio di denunciare”.

Noi vi lasciamo con il caso dei genitori che hanno sequestrato e torturato i loro 13 figli.

 

 

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