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Una mela al giorno fa davvero bene, grazie ai batteri

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valeria bellagamba
Mela (iStock)

Una mela al giorno fa davvero bene, grazie ai batteri che contiene. Lo dice uno studio scientifico.

Il proverbio dice “una mela al giorno toglie il medico di torno“. Una vecchia saggezza popolare sulle proprietà salutari della mela che ora sembra trovare un fondamento scientifico. Almeno secondo una ricerca austriaca. Ecco perché mangiare mele fa bene.

Una mela al giorno toglie il medico di torno

A confermare l’antico proverbio sulle proprietà salutari della mela è uno studio dell’Università di Tecnologia di Graz, in Austria. Quello che fa bene della mela sono i batteri benefici che colonizzano l’intestino e contribuiscono alla salute del microbiota.

Attenzione, però, per avere questi effetti le mele vanno mangiate crude, perché la cottura uccide i batteri. La professoressa Gabriele Berg, una degli autori dello studio, ha spiegato che “i batteri, i funghi e i virus nel nostro cibo colonizzano temporaneamente il nostro intestino” e che “frutta e verdura crude sono fonti particolarmente importanti di microbi intestinali“. Per questo motivo non vanno cotte, perché la cottura uccide la maggior parte di questi batteri.

Lo studio austriaco ha esaminato tutte le parti della mela, stelo, buccia, polpa, semi e calice, confrontando quelle acquistate nei negozi e quelle biologiche. Dalle analisi è emerso che sebbene la quantità di batteri sia la stessa, le mele biologiche hanno una colonia di batteri più diversificata ed equilibrata. Una caratteristica che le renderebbe più sane e gustose delle mele convenzionali.

Si ritiene che la varietà nel microbioma sia la chiave per un intestino sano e i ricercatori hanno affermato che sembra esserci una maggiore diversità microbica nelle mele biologiche.

Come ha spiegato Berg “le mele appena raccolte e biologicamente trattate ospitano una comunità batterica significativamente più diversificata, più uniforme e distinta, rispetto a quelle convenzionali”. “Ci si aspetterebbe – ha continuato – che questa varietà ed equilibrio limitino la crescita eccessiva di una qualsiasi specie, e studi precedenti hanno riportato una correlazione negativa tra l’abbondanza di agenti patogeni umani e la diversità di microbiomi dei prodotti freschi.” In altre parole, più è varia la dieta, meno batteri nocivi si trovano nell’intestino.

La ricerca, inoltre, renderebbe giustizia a tutte quelle persone che sostengono di essere in grado di provare la differenza tra mele biologiche e ordinarie assaggiandole. A dimostrazione di questa tesi, infatti, nelle mele biologiche è più abbondante un microbo, noto come methylobacterium, che aumenta i composti aromatizzati alla fragola, dando alla mela questo caratteristico sapore.

Birgit Wassermann, ricercatrice dell’Università di Tecnologia di Graz e autrice principale dello studio, ha detto al Guardian che il prossimo passo sarà “confermare fino a che punto la diversità nel microbioma alimentare si traduce nella diversità microbica intestinale e in migliori risultati sulla salute”.

La ricercatrice ha ipotizzato che queste informazioni un giorno potrebbero un giorno apparire sulle etichette dei supermercati. “I profili di microbiomi e antiossidanti dei prodotti freschi potrebbero un giorno diventare informazioni nutrizionali standard, mostrate insieme a macronutrienti, vitamine e minerali per guidare i consumatori”, ha aggiunto Wassermann.

Michele Guarino, professore dell’unità di gastroenterologia del Policlinico universitario Campus biomedico, ha mostrato qualche perplessità sugli effetti benefici del cibo crudo segnalati dai ricercatori di Graz. Intervistato dall’agenzia Agi ha affermato: “È vero ma fino a un certo punto. Sono le fibre, contenute in questo caso dalla mela, a rappresentare il substrato della crescita dei batteri che avviene attraverso la fermentazione. Questo perché non abbiamo l’enzima per digerire alcune fibre e quindi lo fanno i nostri batteri. La cottura o meno di un alimento non è così decisiva”.

In ogni caso, lo studio austriaco conferma una tesi importante: “Maggiore è la diversità del microbiota più ci si allontana dalla malattia. Nelle patologie infatti c’è una ridotta diversità di batteri”.

In ogni caso, batteri o non batteri, la mela è un alimento sano e prezioso: “Buccia e polpa contengono i polifenoli, prodotti attraverso frequentazione, che vantano un’azione antiossidante, antitumorale, antinfiammatoria“, conclude Guarino.

Che ne pensate unimamme di questa ricerca?

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valeria bellagamba

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