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Attualità

Waris Dirie la modella e scrittice che lotta contro le mutilazioni genitali

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Valentina Crea
Credits: Facebook di Desert Flower Foundation

Waris Dirie è una modella e scrittice di somala che ha avuto una vita difficile. A 4 anni ha subito un’infibulazione. La sua storia è diventata un film.

Una pratica brutale e disumana che colpisce decine di milioni di bambine e ragazze di tutto il mondo è quella delle mutilazioni genitali femminili.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che ci sono più di 200 milioni di donne che sono state sottoposte a mutilazioni genitali femminili, un dato che sembrerebbe essere anche sottostimato. Inoltre ci sarebbero oltre 3 milioni di bambine sotto i 15 anni siano a rischio ogni anno. Le ragazze e le donne che subiscono questa pratica vivono soprattutto nei paesi africani. É la Somalia il Paese dove le mutilazioni genitali sono più diffuse, riguardano praticamente quasi tutte le donne: il 98%.

Qualche giorno fa è stato trasmesso un film che ha come tema lotta contro la violenta pratica dell’infibulazione. Racconta la storia vera di una modella somala Waris Dirie, che ha dovuto affrontare il trauma dell’infibulazione quando era una bambina. Dopo aver lasciato il piccolo villaggio in cui viveva ed essersi trasferita a Londra, ha trovato il successo come indossatrice e ha avviato una campagna mondiale contro la dolorosa tradizione della mutilazione femminile.

Waris Dirie: la sua storia che ha ispirato il film Fiore del Deserto

Waris Dirie è nata in Somalia nel 1965, ha vissuto nel deserto con la famiglia nomade in povertà. A 3 anni è stata sottoposta alla terribile pratica dell’infibulazione, mentre a 15 anni ha avuto la forza di scappare di casa perché era stata promessa come sposa ad un uomo di 60 anni. Nella sua vita ha fatto i lavori più umili, ma è riuscita a cambiare la sua vita grazie alla sua voglia di fare ed al talento.

Negli anni a venire riesce a trasferirsi a Londra dove lavora come cameriera presso una zia e come donna delle pulizie in un ristorante. Un fotografo la nota e la convince a posare per lui, qui inizia la sua svolta perché in molti vedono le sue foto e la chiamano per fare da modella.

La drammatica e dura vita di Waris Dirie è stata raccontata in un film dal titolo “Fiore del Deserto”, una storia di sofferenza. Un film che è nato grazie al libro omonimo che lei stessa a scritto nel 2008 e che parla anche del suo essere madre giovanissima.

Ad oggi Waris Dirie è la portavoce ufficiale della campagna dell’ONU per eliminare le mutilazioni femminili. Sa che la lotta per eliminare la pratica delle mutilazioni genitali femminili è ancora dura, ma non ha intenzione di arrendersi.

In un’intervista all’associazione Wüstenblume/Desert Flower di Vienna ha dichiarato: “Si tratta del crimine più cinico commesso a danno delle ragazzine. Le bambine vengono spezzate, distrutte a livello psicologico e sottomesse affinché funzionino secondo le logiche della loro società d’origine”.

Come riportato da Il Sussidiario, per la cultura di chi è avvezzo a questa terribile pratica è l’unica via percorribile perché una bambina non diventi una reietta agli occhi della società. Waris si augura che il futuro sia più roseo per le donne, anche se è consapelove delle difficoltà: “Gli ostacoli principali sono la totale ignoranza dei diritti umani e la posizione catastrofica delle donne in questa società. Spero in un futuro sia più roseo per tutte le donne, dalle più piccole alle più adulte”. Sulla pagina Facebook della sua fondazione si legge: “Sulla base della mia esperienza e di quello che ho imparato negli ultimi 20 anni di lotta contro la terribile pratica della mutilazione genitale femminile, credo fermamente che l’educazione sia fondamentale nella lotta per un mondo migliore e contro le mutilazioni genitali femminili. Una ragazza istruita diventerà una donna con visione e fiducia in se stessa”. 

Waris gestisce una associazione la “Desert Flower Foundation” che in Africa salva le bambine e le fa studiare nelle “Desert Flower schools.

Credits: Facebook di Desert Flower Foundation

Sul social network ha parlato della sua mamma e del suo rapporto che ha adesso con lei: “Ti ho perdonata e sono orgogliosa che ora tu stia combattendo con me ora contro l’infibulazione”. Sulla pagina Facebook ci sono le foto di bambine che indossano la divisa della scuola che finalmente frequentano.

Voi unimamme conoscevate il film che racconta la storia di Waris Dirie che ad oggi è la portavoce della campagna dell’ONU per eliminare le mutilazioni femminili?

Vi lasciamo con le immagini drammatiche che raccontano questo barbaro rito a cui sono sottoposte milioni di bambine. 

 

Valentina Crea

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