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Mare Jonio bloccata: sì allo sbarco di donne, bimbi e malati, gli altri continuano a soffire – FOTO

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Maria Sole Bosaia
fonte: Twitter/ Mediterranea

Il Viminale ha autorizzato solo lo sbarco di donne e bambini migranti a bordo della Mare Jonio, che li ha soccorsi ieri.

Unimamme, ieri vi avevamo dato la notizia del fortuito soccorso di un gommone proveniente dalla Libia con a bordo circa un centinaio di persone, tra cui 22 bambini sotto i 10 anni.

Migranti sulla Mare Jonio: la situazione aggiornata

Il personale di Mediterranea aveva ricevuto dal Maritime Rescue Coordination Centrel’indicazione di rivolgersi alle autorità libiche, ma questo non era, ovviamente possibile.

fonte: Twitter/ Mediterranea

E infatti, in un tweet avevano risposto così: “sarebbe impossibile per noi riferirci alle forza di un paese in guerra civile, dove si consumano tutti i giorni torture e trattamenti inumani e degradanti, rispetto alla sorte delle persone soccorse, ora a bordo di una nave battente bandiera italiana, e la cui sicurezza è incolumità ricade sotto la nostra responsabilità.”

Nel frattempo, la Mare Jonio, dopo 24 ore di navigazione, è arrivata al limite delle acque territoriali dove le è stato notificato il divieto notificato anche da Trenta e Toninelli.

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Il rimorchiatore, che ha bandiera italiana, deve rimanere in posizione di attesa e non oltrepassare le 13 miglia.

Sulla Mare Jonio nessuno sta coordinando l’intervento Sar (previsto dalla legge) e non le è stato assegnato un porto sicuro.

fonte: Repubblica

In mattinata è arrivata la comunicazione dal Viminale:

“Come sempre fatto in passato, dalla Mare Jonio potranno scendere donne, bambini e malati. Rimane confermato il divieto di ingresso e sbarco per una nave che non rispetta le leggi e che preordinatamente si provoca lo stato di necessità a bordo per sbarcare in Italia”.

Sul sito di Mediterranea si legge: “Ieri sera alle 23:37 è stato notificato il decreto del Ministro dell’Interno, che ci vieta di entrare. Questa mattina, alle 7, la motovedetta CP312 della Guardia Costiera ha affiancato la Mare Jonio per fare salire a bordo due ufficiali della Guardia di Finanza, che ci hanno notificato il decreto brevi manu“.

A bordo però la situazione è critica. “Occorre procedere con l’evacuazione immediata” fanno sapere dalla Mare Jonio, attraverso le parole della ginecologa bresciana, Donatella Albini.

La ginecologa ha visitato tutti i naufraghi e raccomanda lo sbarco immediato, giustificando la sua decisione: “il perdurare della permanenza prolungata a bordo non potrà che costituire un fattore di aggravamento generale dei sintomi manifestati e di quelli presenti per ora in una soglia pre-clinica”.

Nel report compilato si legge: “l’insieme delle condizioni psico fisiche descritte configura un quadro di severa vulnerabilità psicologica in quanto le torture subite in prima persona, quelle a cui si è assistito insieme all’esposizione continuata al rischio di essere mutilati e uccisi, l’aver vissuto la precaria condizione di naufraghi per più giorni e l’aver assistito alla morte di sei compagni di traversata sono fattori che costituiscono politraumi e l’instaurarsi di un Disturbo da Stress Acuto. Tale condizione di sofferenza psicologica inizia ad essere evidente in modo particolare in due adolescenti, che mostrano iniziali e perduranti segni di catatonia con vissuto emotivo ridotto, apatia e ritiro sociale”.

Le donne a bordo hanno subito torture in Libia. “Molte provengono da aree a tradizione escissoria (mutilazioni genitali di primo e secondo grado), come confermato dalle sopracitate visite. Alcune sono fuggite da matrimoni forzati nei paesi di origine oppure perché rimaste sole dopo che i rispettivi mariti non sono più tornati da scenari di guerra. Nel corso di alcune visite sono stati riscontrati evidenti segni di percosse e di torture avvenute sempre nei centri di detenzione libici”.

Un uomo presenta una situazione molto critica, perché ha un’infezione bronchiale e ferite infette causate dalla detenzione e dalla tortura.

Cecilia Strada, che si trova a bordo della nave, ha aggiornato la situazione, resa ancora più difficile dal meteo: “Due metri di onda, persone che si sentono male, lampi nel cielo e le luci di Lampedusa in lontananza. Noi dell’equipaggio facciamo quel che possiamo per aiutarli, ma abbiamo bisogno di scendere. Abbiamo bisogno di portare a terra tutti prima possibile”.

Unimamme, cosa ne pensate di questa drammatica situazione di cui si parla su Repubblica?

Maria Sole Bosaia

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