Un ospedale londinese ha detto a una famiglia musulmana che loro non possono decidere il destino della figlia malata.
Unimamme, torniamo a parlare di una vicenda che ricorda un po’ quanto accaduto al piccolo Charlie Gard e Alfie Evans.
Forse vi ricorderete di Tafida Raqeeb, una bimba inglese di 5 anni che il 9 febbraio di quest’anno è stata colpita da aneurisma cerebrale e da allora è ricoverata presso il Royal London Hospital di Whitechapel, nella zona Est di Londra.
I medici di questo ospedale danno la condizione di Tafida irrecuperabile e desiderano staccare le macchine che la tengono in vita, ma i genitori si oppongono.
Nella loro lotta per salvare la figlia hanno trovato l’aiuto e la disponibilità del Gaslini di Genova che si è detto pronto ad accogliere la bambina e a prendersene cura.
Nel frattempo però prosegue la battaglia legale tra l’ospedale e la famiglia senza esclusione di colpi.
L’ultima mossa risale a pochi giorni fa, quando la Royal London ha detto all’Alta Corte che la famiglia della bambina era tutta “della stessa fede” e che nessuno poteva agire nell’interesse della piccola.
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La madre trentanovenne Shelina Begum e il padre quarantacinquenne Mohammed Raqeeb, ora stanno facendo causa all’ospedale perché trattiene la figlia contro la loro volontà.
Ecco che cosa ha dichiarato il responsabile del controllo qualità di Barts NHS Trust, Katie Gollop, nell’ultima udienza: “Il Trust è consapevole del fatto che tutti i membri della famiglia per una questione di fede religiosa bisogna continuare il trattamento per Tafida ed è questo che li ha resi inadatti a decidere”.
Naturalmente i genitori della bimba hanno subito bollato queste dichiarazioni come offensive.
Ecco come ha risposto l’avvocato della famiglia di Tafida, David Lock: “è un’accusa oltraggiosa da parte di un ente pubblico. Il Trust, in effetti, sta invitando la corte a vietare a tutte le persone che appartengono alla fede islamica di agire per i loro figli».
Il Royal London vuole impedire a tutti i costi il trasferimento di Tafida al Gaslini. Sempre l’avvocato di famiglia incalza: “Abbiamo l’equivalente italiano dell’Ospedale pediatrico Great Ormond Street che si offre di curarla».
Nel corso di questa settimana si svolgerà un’udienza di 5 giorni che deciderà cosa ne sarà di questa bimba.
Unimamme, cosa ne pensate di questa drammatica vicenda di cui si parla sul The Times?
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