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Paracetamolo in gravidanza: possibili problemi per il bambino

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Valentina Crea

Un recente studio inglese ha associato i disturbi dell’apprendimento dei bambini all’uso eccessivo di paracetamolo durante la gravidanza.

Quando una donna è incinta l’unico medicinale che i medici le consigliano di usare in casi di necessità è il paracetamolo. Nel corso degli anni ci sono stati vari studi per verificare gli effetti che questo medicinale può avere sul feto. Uno studio, ad esempio, ha dimostrato che l’uso eccessivo di paracetamolo è stato associato ad un ritardo del linguaggio nei bambini.

Un recente studio, invece, ha dimostrato che elevati consumi di antidolorifico possono anche portare ad iperattività e a problemi di attenzione nei figli.

Paracetamolo in gravidanza e conseguenze future per il bambino: lo studio inglese

Lo studio, che ha associato all’assunzione di paracetamolo durante la gravidanza dei problemi legati al comportamento dei bambini, è stato effettuato dai ricercatori dell’Università di Bristol in una ricerca pubblicata sulla rivista Paediatric and Perinatal Epidemiology.

Gli studiosi hanno verificato gli effetti legati all’assunzione dell’antidolorifico a metà gravidanza ed in associazione con il comportamento dei bambini in età compresa tra i 6 mesi e gli 11 anni. I bambini sono stati sottoposti a test  che riguardavano la memoria ed i livelli di Q.I. e seguiti fino al compimento dei 17 anni.

LEGGI ANCHE > PARACETAMOLO IN GRAVIDANZA: PUO’ PORTARE A DISTURBI NEI BAMBINI IN FUTURO?

Paracetamolo in gravidanza: può portare a disturbi nei bambini in futuro?

Come dichiarato dal responsabile dello studio, Jean Goldin, per effettuare lo studio si sono avvalsi da un questionario: “In questo studio, caratterizzato da molti anni di osservazione dello stato di salute dei bambini (monitorati dai 6 mesi fino all’adolescenza), si è chiesto alle gestanti a 7 mesi di gravidanza se avessero assunto, e con quale frequenza, paracetamolo nei mesi precedenti e, se sì, per quale problematica. I bambini sono stati sottoposti a test cognitivi e comportamentali di vario tipo nel corso del tempo”.

Inoltre si è fatto riferimento a delle informazioni raccolte in uno studio precedente “Children of the 90s”, noto anche come Avon Longitudinal Study of Parents and Children (ALSPAC), come riportato da Sky Tg24. Un progetto di ricerca sanitaria a lungo termine che ha coinvolto più di 14.000 donne in gravidanza nel 1991 e nel 1992.

Dai dati che sono stati raccolti è emerso che il 43% delle donne che hanno preso parte allo studio, al 7°mese di gravidanza, hanno assunto più volte il paracetamolo nei tre mesi precedenti. Inoltre, i bambini sono stati sottoposti ad un test di sviluppo prescolastico. Da questi dati è emerso che esiste un’associazione tra l’assunzione di paracetamolo e l’iperattività ed i problemi di attenzione nei bambini. Il dato particolare, inoltre, è che questo legame sembra riguardare più i maschi delle femmine.

Jean Golding ha detto che i risultati della ricerca “si aggiungono a una serie di risultati riguardanti l’evidenza dei possibili effetti avversi dell’assunzione di paracetamolo durante la gravidanza, come problemi di asma”.

L’obiettivo dello studio è quello di informare le donne in gravidanza di assumere il paracetamolo o altri farmaci, con cautela: “È importante che i nostri risultati siano testati in altri studi per capire cosa sarebbe successo in bambini più grandi o adulti che non hanno problemi comportamentali se la madre avesse assunto il paracetamolo durante la dolce attesa”.

Le linee guida del Regno Unito del Sistema Sanitario Nazionale consigliano, alle donne incinte, in caso di assunzione di antidolorifici di chiedere delucidazioni al ginecologo o al medico di famiglia e dinon associarne l’utilizzo ad un eccessivo uso di caffeina e usare la dose minima possibile per il minor tempo possibile.

Voi unimamme cosa ne pensate di questa ricerca?

 

 

Valentina Crea

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