Mattia, il paziente uno, sta meglio e non è più in rianimazione, ora desidera solo veder nascere la sua bambina.
La vicenda clininca di Mattia, il famoso “paziente” uno di Codogno ha dato il via all’epidemia di coronavirus in Italia, nonostante ormai tutti gli esperti siano concordi che il virus fosse in circolazione già da parecchie settimane prima.
Il 21 febbraio del 2020 la dottoressa Annalisa Malara, dell’Ospedale di Codogno, ha fatto il tampone a Mattia, che a breve diventerà papà, scoprendo la drammatica verità. “Quando un malato non risponde alle cure normali, all’università mi hanno insegnato a non ignorare l’ipotesi peggiore. Mattia si è presentato con una polmonite leggera, ma resistente ad ogni terapia nota. Ho pensato che anch’io, per aiutarlo, dovevo cercare qualcosa di impossibile. Mi sono trovata al posto giusto nel momento giusto, o forse in quello sbagliato nel momento sbagliato” ha riferito in un secondo momento la dottoressa Malara.
Dal 14 febbraio Mattia aveva un’influenza che non accennava a passare, il 18 le lastre fatte al pronto soccorso hanno mostrato una leggera polmonite, ma l’uomo aveva deciso di non farsi ricoverare. L’uomo è poi tornato il 19 in ospedale quando la polmonite era gravissima. Da lì, poco dopo, grazie all’intuizione della dottoressa Malara si è scoperto che l’uomo, sano e sportivo, aveva il coronavirus. Anche sua moglie, incinta quasi al termine della gravidanza, l’aveva. Entrambi i genitori hanno combattutto con coraggio la malattia.
Ora il 38enne ricoverato al San Matteo di Pavia sta meglio, mentre sua moglie ha già completamente sconfitto il coronavirus presso l’Ospedale Sacco di Milano ed ora è in attesa dell’imminente parto. Mattia, finalmente, dopo 28 giorni di separazione, ha potuto rivedere il volto di sua moglie, anche se dietro a un vetro. L’uomo si trova nel nuovo reparto di malattie infettive di Pavia. Era stato trasferito dalla terapia intensiva il 9 marzo scorso. Su di lui era stato provato un cocktail sperimentale di farmaci: antibiotici, antivirali e anti HIV. Mattia è poi uscito anche dalla subintensiva, in questo modo ha potuto rivedere, da lontano, la moglie.
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L’uomo non ha perso il suo senso dell’umorismo e, ora che può parlare, scherza con il personale medico. “Sono dimagrito e in forma”. Prima di lasciare l’ospedale la moglie ha voluto parlare con il direttore generale del San Matteo, Carlo Nicora, per ringraziarlo. Nel corso di un’intervista col Corriere della Sera Mattia, ha detto: “l’unico desiderio che ho è potere assistere alla nascita di mia figlia. I dottori mi assicurano che ce la farò”. Lunedì o al massimo martedì il famoso Paziente Uno potrebbe lasciare l’ospedale. Unimamme, questa è un’altra situazione che si è risolta positivamente e che ci dà tanta speranza per noi e i nostri cari. Questo papà potrà vedere la sua primogenita, grazie alle cure dei medici e alla sua stessa tenacia nel rimanere attaccato alla vita. Cosa ne pensate di questa storia?
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