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Pesce in gravidanza e rischio mercurio, le regole per il consumo

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valeria bellagamba

Pesce in gravidanza e rischio mercurio, le regole per il consumo. Cosa dice la scienza.

Pesce in gravidanza e rischio mercurio, le regole per il consumo – Universomamma.it

Il pesce è un alimento sano, poco grasso, tranne alcune specie, e ricco di nutrienti salutari, in particolare gli acidi grassi omega 3. Per queste sue proprietà il consumo di pesce è consigliato a tutti, ma le donne in gravidanza devono fare molta attenzione.

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Nel pesce, infatti, possono essere presenti grandi quantità di mercurio, a causa dell’inquinamento, e il mercurio è nocivo per lo sviluppo del feto. Cosa bisogna sapere allora?

Pesce in gravidanza e rischio mercurio, come consumarlo

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Il pesce è un alimento consumato da molte persone, perché buono e sano, anche se non sempre economico. I nostri mari offrono molte varietà di pesce e in alcune zone del Paese è un alimento fondamentale dell’alimentazione quotidiana. Contiene fosforo e omega 3, nutrienti importanti per il sistema nervoso, aiutano la memoria, per le ossa e il sistema cardiovascolare.

Con tutte queste proprietà, il pesce è un alimento consigliato a tutti, ma con un’eccezione che è rappresentata dal rischio di ingerire eccessive quantità di mercurio. A causa dell’inquinamento, molte specie di pesce sono contaminate da questo metallo pesante, che può essere rischioso per la salute, soprattutto per il feto. Per questo motivo il consumo di alcuni pesci è sconsigliato alle donne durante la gravidanza mentre per altri se ne consiglia un consumo moderato.

Il mercurio contenuto nel pesce, infatti, può danneggiare il feto compromettendo lo sviluppo del sistema nervoso. L’esposizione al mercurio durante la gravidanza è stata associata a deficit cognitivo nel bambino, con problemi di memoria, attenzione, capacità motorie e altri segni di ritardo nello sviluppo neurologico.

Il rischio di assunzione di mercurio attraverso il consumo di pesce sussiste soprattutto per i pesci di taglia più grossa, come tonni e pesce spada, che tendono ad assorbire maggiori quantità di mercurio.

Uno studio scientifico condotto negli Stati Uniti dalla Florida Atlantic University, citato dal Fatto Alimentare, ha misurato la quantità di mercurio presente nei capelli delle donne incinte residenti nelle zone costiere della Floirda. In questo Stato, infatti, si consuma molto più pesce che nel resto degli Stati Uniti, comprensibilmente per la conformazione geografica della zona, tra l’Oceano Atlantico e il Golfo del Messico. In Florida, allo stesso tempo, si trova una delle zone più contaminate dal mercurio al mondo, la laguna del fiume Indian, che attraversa una larga parte della costa orientale.

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Nel loro studio, comunque, i ricercatori non hanno trovato nei capelli delle donne incinte della Florida livelli medi di mercurio più alti di quelli delle donne residenti in altri Stati Usa. La differenza, invece, l’hanno fatta la donne, soprattutto di origine asiatica, abituate a consumare pesce tre volte alla settimana. Nei capelli di queste donne i ricercatori hanno trovato una concentrazione di mercurio fino a quattro volte superiore a quella delle donne che non mangiano pesce. Nella maggior parte dei casi le donne erano consapevoli dei rischi dell’assunzione di mercurio, e dei danni per il feto, con il consumo di pesce ma poi difficilmente cambiavano le loro abitudini. Un segnale di quanto sia necessaria una campagna di sensibilizzazione sui rischi del mercurio dal consumo di pesce. Lo studio è stato pubblicato sull’ International Journal of Environmental Research and Public Health.

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Anche in Italia corriamo il rischio di assunzione di elevate quantità di mercurio tramite il consumo dei grandi pesci pescati nel Mediterraneo: pesce spada, tonno di grandi dimensioni come quello rosso, ma anche palombo, smeriglio e verdesca.  I soggetti che dovrebbero evitare il consumo di questi pesci sono le donne incinte e i bambini, come spiega la Fondazione Veronesi. Anche le donne che allattano dovrebbero limitare il consumo di pesci di grossa taglia.

Non dà problemi invece il consumo di tonno in scatola o quello fresco che si trova normalmente nelle nostre pescheria, perché si tratta del tonno pinne gialle, più piccolo del tonno rosso e dunque con minori quantità di mercurio, di solito entro i limiti di legge.

Il problema tuttavia rimane, perché il pesce ha elevate proprietà nutrizionali, come abbiamo già detto, ma allo stesso tempo il suo consumo elevato o delle specie più grandi mette a rischio la nostra salute per colpa delle sostanze inquinanti come il mercurio. Le donne che programmano una gravidanza o sono incinte dovrebbero farsi consigliare dal loro medico o da un esperto nutrizionista poiché non bisogna mai sottovalutare l’importanza dell’alimentazione quando si è in stato interessante. Per i bambini è invece consigliabile chiedere al pediatra di fiducia.

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valeria bellagamba

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