Vediamo care unimamme cosa è lo svezzamento e perchè ad un certo punto della loro crescita i bambini devono affrontare questo passaggio.
Per svezzamento, divezzamento o inizio di alimentazione complementare si intende il passaggio da un’alimentazione esclusivamente a base di latte ad una mista nella quale sono presenti anche cibi solidi o semi solidi. Di solito questo passaggio si inizia fra i 5 e i 7 mesi di vita del bambino.
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L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda la prosecuzione dell’allattamento esclusivo al seno fino ai sei mesi circa di età. L’ OMS non indica però un’età precisa dato che i fattori che determinano il momento migliore per svezzare il bambino sono soggettivi al bambino stesso.
In passato il termine svezzamento, come si legge su Uppa, indicava il momento nel quale il bambino oramai grande, di solito all’ epoca il bambino aveva circa l’età di due anni, veniva definitivamente allontanato dal seno. Il bambino opponeva quasi sempre resistenza anche se già abituato a mangiare cibi solidi, entrando cosi’ in conflitto con la mamma: da qui la definizione del dizionario “far perdere un vezzo, un difetto o una cattiva abitudine”.
Oggi il termine svezzamento non è più visto come sinonimo di perdita di un vizio dato che la scienza ha dimostrato che il latte materno rappresenta una risorsa salutare anche oltre 2-3 anni di vita del bambino. Oggi si preferisce parlare in ambito scientifico di alimentazione complementare (AC) perché il cibo solido va ad aggiungersi e non a sostituirsi al latte materno o formulato, che resta per mesi ancora l’alimento principale.
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Fino a sei mesi di vita i neonati allattati esclusivamente al seno assumono attraverso il latte materno abbastanza ferro, anche per più tempo se il cordone ombelicale non è stato tagliato immediatamente alla nascita ma quando ha smesso di pulsare.
Nel caso in cui il bambino non accetti a sei mesi il passaggio ad un’alimentazione complementare, è preferibile entro il settimo mese:
E non insistere con uno svezzamento forzato.
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Al momento del passaggio all’ alimentazione, di solito le famiglie si possono orientare verso uno svezzamento classico, detto anche alimentazione complementare tradizionale, oppure un’ autosvezzamento, detto anche alimentazione complementare a richiesta.
Anche se la maggior parte delle famiglie si orienta verso uno svezzamento classico, un numero inferiore ma in aumento predilige l’ autosvezzamento.
Per i primi tempi che il bambino inizia un’alimentazione complementare, si alimenterà prevalentemente con il latte; i bambini hanno bisogno di tempo per abituarsi ai nuovi sapori e alle nove consistenze; nel frattempo se si continua ad allattare continuano ad essere coperti, prendendo la maggior parte dei nutrienti di cui hanno bisogno dal latte materno o di formula.
Lo svezzamento non deve essere visto come un passaggio veloce ma come una serie di piccoli passi nei quali i genitori pazientemente accompagnano il loro neonato.
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Care unimamme cosa ne pensate di questi utili informazioni di cui parla il portale Uppa?
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