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Partorisce nel bagno di casa dopo che l’ospedale l’ha rifiutata

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Laura D'Arpa

Partorisce in bagno dopo che l’ospedale l’ha rifiutata: l’avvincente storia si è svolta a Lariano, un paesino nei pressi di Roma.

Partorisce in casa (fonte Instagram @fiordimamma_official)

La storia ha davvero dell’incredibile e si avvicina a un film di fantascienza. Purtroppo però in un paesino dei Castelli Romani, vicino Roma, una giovane mamma e il marito si sono improvvisati medici e ostetriche in una sola notte.

La piccola Sofia è nata venerdì 13 alle 7 del mattino nel bagno dell’abitazione dei suoi genitori.

Per fortuna però la mamma e il papà di Sofia, nonostante le condizioni proibitive che sono stati costretti a vivere, hanno investito nella sua nascita tutto il loro impegno.

Oggi la mamma e la piccola sono in ottima salute e sono ricoverate presso l’Ospedale dei Castelli Romani, dal quale usciranno tra qualche giorno.

Ma la nascita di Sofia ha una storia davvero particolare perché la bambina è nata nel bagno di casa, tra un papà terrorizzato di non sapere gestire la situazione e una mamma pronta a tutto pur di far nascere la sua bambina in salute.

La nascita di Sofia era prevista naturalmente per il 9 novembre, ma dopo l’ultima visita del 5 novembre era stata posticipata al 16.

Ma nella serata di giovedì, la mamma di Sofia ha iniziato ad avveritire qualche dolorino nel basso ventre che si è trasformato in delle vere e proprie contrazioni qualche ora più tardi.

Fino a qui nulla di strano, ma il bello sta per arrivare.

Partorisce in bagno dopo che l’ospedale l’ha rifiutata

Foto dal web

Il papà allora, intuendo che il parto fosse imminente, ha aiutato la moglie a salire in macchina e si sono diretti verso un ospedale pontino in cui lavorava la ginecologa che ha seguito la mamma di Sofia.

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L’uomo ha raccontato che una volta arrivati in ospedale, la donna per prassi è stata sottoposta al tampone per il Covid19, poi è stata fatta salire nel piano superiore dove è stata visitata e dove si è riscontrato che la dilatazione fosse in atto. A quel punto i medici le hanno attaccato il monitoraggio per il tracciato e poi hanno detto alla donna di ritornare a casa perché per la nascita c’era ancora del tempo.

Il papà di Sofia, ovviamente, aveva timore di riportare la moglie in casa, soprattutto perché la loro abitazione dista dall’ospedale all’incirca 35/40 minuti. Così ha fatto tutto il viaggio di ritorno guidando pianissimo, nella paura che da un momento all’altro le contrazioni fossero più forti e ravvicinate.

Una volta tornati a casa, Cristian, si è assopito un attimo, un breve sonno risvegliato dalle urla della moglie che gli chiedeva aiuto perché rimasta bloccata in bagno a causa dei forti dolori.

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Immediatamente l’uomo ha allertato i soccorsi e la ginecologa, ma a poco è servita la chiamata, perché quando i soccorsi sono giunti hanno ritrovato la piccola Sofia tra le braccia della sua mamma e il cordone obelicale legato dal papà con il laccio di una bomboniera.

Cristian nel suo racconto ha sottolineato tutto l’entusiasmo scatenato dalla situazione e soprattutto la bravura della moglie che con una sola spinta ha fatto nascere la piccola Sofia. I due sono consapevoli che la loro situazione è stata particolarmente fortunata e miracolosa, ma rimane un pò di rabbia per come sono stati trattati e per quello che sarebbe potuto accadere.

Purtroppo a livello territoriale gli ospedali della zona presentano delle gravi lacune, a maggior ragione in questo periodo di emergenza sanitaria.

Molte partorienti sono costrette a recarsi verso i nosocomi della Capitale o della pianura pontina che distano quasi più di un’ora da certe abitazioni.

Insomma una vicenda davvero fortunata, ma che mette ancora più in luce la situazione drammatica a livello sanitario che si sta vivendo.

Parto (fonte Instagram @lidiaefanniostetriche)

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E voi unimamme cosa ne pensae di questo racconto?

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Laura D'Arpa

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