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Essere Babbo Natale è un lavoro duro: tutto quello che mai avreste immaginato

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Maria Sole Bosaia

Una ricerca sulle abitudini di Babbo Natale mostra gli aspetti negativi sulla salute del suo lavoro.

fonte Adobe Stock

Unimamme, ogni anno i bambini di gran parte del mondo scrivono una letterina a Babbo Natale per chiedergli i regali.

Babbo Natale super lavora: quali le conseguenze

Forse nessuno si è mai soffermato a pensare quanto sia impegnativo il suo lavoro.

Due medici, il chirurgo Peter Brennan e la radiologa Rachel Oeppen, sull’ultimo numero del British Medical Journal, hanno riflettuto proprio sulla difficoltà di essere Babbo Natale.

Innanzitutto Babbo Natale sta sveglio troppo a lungo: ben 18 ore, cosa che può portare, con l’andare del tempo, a un deterioramento delle funzioni cognitive.

Inoltre, per sostentarsi durante la lunga nottata di consegna dei doni Babbo Natale può aiutarsi solo con i piccoli spuntini come biscotti, frutta oppure vino o latte. I due medici, a questo proposito, precisano: “è risaputo che pause regolari così come un’adeguata idratazione e nutrizione durante il lavoro sono fondamentali per mantenere le prestazioni e la sicurezza”. Ricordiamoci che deve guidare una slitta e calarsi giù da un camino.

fonte Adobe Stock

Durante le operazioni di consegna dei doni Santa Claus deve assicurarsi che le sue famigerate renne possano avere cibo e riposarsi all’occorrenza. Come riesca a fare tutto ciò però è un enigma. Quest’anno poi la sfida si fa ancora più ardua perché, come tutti anche il caro “babbino” vestito di rosso  deve indossare i dispositivi di protezione individuali, come la mascherina.

Per questo motivo gli esperti consigliano di lasciare un bicchiere d’acqua per contrastare le ripercussioni fisiche e mentali della perdita dei liquidi. Quindi si consiglia di lasciargli, in questa occasione tanto particolare, uno spuntino con bastoncini di carota per le sue renne.

C’è un altro appunto da fare a Babbo Natale, cioè il fatto che le sue capacità di comunicazione risultino alquanto limitate, i suoi “oh oh oh” infatti non bastano e, anzi, potrebbero essere migliorati.

Su di lui inoltre vi è una pressione eccessiva, le aspettative infatti sono molto elevate e vi è il timore di delusione qualora sbagliasse (non sia mai) regalo. Tutto questo grava sulle sue spalle. “ Quando qualcosa non sembrerà a posto, saprà istintivamente di fermare la slitta se è sicuro di come sta agendo, fare un passo indietro e rivalutare la situazione con l’intera squadra”. Insomma Babbo Natale sarà anche un team leader, ma a quale prezzo?

Unimamme, voi cosa ne pensate del lavoro compiuto da Babbo Natale? Lo immaginavate così pesante?

 

 

Maria Sole Bosaia

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