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Scuola, il nuovo allarme riguarda tutti gli adolescenti

Published by
valeria bellagamba

Scuola: l’addio temuto degli adolescenti. Il nuovo allarmante rapporto di Save the Children.

Scuola: l’addio temuto degli adolescenti – Universomamma.it (Adobe Stock)

Da sempre impegnata nella lotta alla povertà e alle discriminazioni nei confronti di bambini e ragazzi, l’organizzazione Save the Children lancia l’allarme sul rischio di abbandono scolastico degli adolescenti a causa della pandemia e delle chiusure delle scuole.

La didattica a distanza, rileva Save the Children in una recente indagine, penalizza l’apprendimento dei ragazzi e porta all’esclusione di coloro che sono tra i più svantaggiati. Queste conclusioni arrivano da un sondaggio condotto da IPSOS tra gli studenti dai 14 ai 18 anni. Cosa bisogna sapere.

Scuola: l’addio temuto degli adolescenti, la denuncia di Save the Children

Preparazione peggiorata e rischio di abbandono scolastico sono le criticità della didattica a distanza ai tempi della pandemia emerse da un recente studio promosso da Save the Children. L’organizzazione che si occupa della tutela dei diritti dei bambini da anni denuncia il rischio di povertà educativa per oltre un milione di bambini e ragazzi in Italia. Una situazione che purtroppo si è aggravata a causa della pandemia, del lockdown e della didattica a distanza, non efficace quanto quella in presenza, che rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione di chi era già svantaggiato per motivi economici e sociali.

Lo studio, che si basa su un sondaggio IPSOS, viene pubblicato proprio nei giorni in cui si consuma lo scontro sulla riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio, al rientro dalle vacanze di Natale. Scontro avvenuto all’interno del governo e tra governo e regioni, alcune delle quali hanno deciso autonomamente di rimandare la riapertura degli istituti a febbraio, continuando ancora con la didattica a distanza. Il governo, invece, ha preso tempo e, nell’attesa della comunicazione dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità sull’ultimo monitoraggio dei contagi da Coronavirus, ha deciso di rinviare l’apertura delle scuole superiori a lunedì 11 gennaio, con il ritorno in classe del 50% degli studenti, come previsto a fine anno dal piano dei prefetti. Non è ancora chiaro cosa accadrà.

Questa situazione d’incertezza, tuttavia, rischia di esasperare le famiglie e demotivare i ragazzi, da quasi un anno con le lezioni a singhiozzo, tra didattica a distanza e presenza in classe, e soprattutto privati della socialità con i compagni di scuola. Agli adolescenti sono stati chiesti sacrifici molto grandi che alla lunga hanno iniziato a pesare.

Lo mostra con chiarezza l’indagine promossa da Save the Children e condotta da IPSOS, “I giovani ai tempi del Coronavirus” che ha chiesto agli studenti tra i 14 e i 18 anni quali fossero i loro stati d’animo e le loro aspettative. Il sondaggio, condotto tra gli studenti delle scuole superiori, ha rilevato soprattutto il rischio di dispersione scolastica.

Dai dati raccolti, infatti, è emerso che circa 34mila studenti delle scuole superiori rischiano di alimentare il fenomeno dell’abbandono scolastico, a causa delle assenze prolungate da scuola. L’altro motivo alla base dell’abbandono della scuola è anche l’impoverimento delle famiglie durante la pandemia, con i ragazzi che smettono di studiare per andare a lavorare, con il rischio di diventare facili prede dello sfruttamento.

(Adobe Stock)

Le risposte degli studenti al sondaggio

Così hanno risposto i ragazzi a sondaggio di IPSOS sulla didattica a distanza e le conseguenze sull’apprendimento e le relazioni sociali.

Strumenti per l’apprendimento e abbandono scolastico

  • Per il 38% degli adolescenti la didattica a distanza è un’esperienza negativa. La difficoltà principale è quella di concentrarsi nel seguire le lezioni online, insieme ai problemi tecnici di connessione.
  • Il 37% dichiara di aver avuto ripercussioni negative sulla capacità di studiare.
  • Il 35% ritiene che la propria preparazione scolastica sia peggiorata e uno su 4 deve recuperare diverse materie.
  • Il 28% degli studenti afferma che dal lockdown di primavera c’è almeno un proprio compagno di classe che ha smesso completamente di frequentare le lezioni.
  • Il 7% afferma che i compagni di scuola “dispersi” a partire dal lockdown sono tre o più di tre.
  • Il 18% ha detto di aver a disposizione un dispositivo elettronico condiviso con altri, per seguire le lezioni online.
  • L’8% frequenta le lezioni in una stanza con altre persone.

Relazioni sociali

  • L’85% dei ragazzi intervistati afferma di aver capito quanto sia importante uscire con gli amici, andare fuori e relazionarsi “in presenza”.
  • Per il 63% dei ragazzi tra le “privazioni” più sofferte c’è anche quella di non aver potuto vivere esperienze sentimentali importanti per la loro età.
  • Il 46% dei ragazzi ritiene che quello passato è stato un “anno sprecato”, ma hanno riscoperto il valore della relazione dal “vivo” con i coetanei, dopo essere stati costretti ad incontri soltanto virtuali.
  • Il 23% degli adolescenti, tuttavia, dichiara che, in questo anno di pandemia, ha capito che uscire non è poi così importante e che si possono mantenere le relazioni anche online.

Sentimenti e aspettative

I ragazzi si sentono esclusi dalle scelte politiche di contrasto al Covid e tra loro prevalgono sentimenti di stanchezza, incertezza e preoccupazione per il futuro.

  • Il 65% è convinto che sta pagando  in prima persona per l’incapacità degli adulti di gestire la pandemia,
  • Il 43% si sente accusato dagli adulti di essere tra i principali diffusori del contagio.
  • il 42% ritiene ingiusto che agli adulti sia permesso di andare al lavoro, mentre ai giovani non è permesso di andare a scuola.

I principali stati d’animo dei ragazzi in questo periodo sono:

  • 31% stanchezza,
  • 17% incertezza,
  • 17% preoccupazione,
  • 16% irritabilità,
  • 15% ansia,
  • 14% disorientamento,
  • 14% nervosismo,
  • 13% apatia,
  • 13% sentirsi scoraggiati.

Di queste sensazioni negative i ragazzi parlano prevalentemente con la famiglia (59%) e gli amici (38%), ma più di 1 su 5 si tiene tutto dentro, senza condividerlo con nessuno (22%).

I ragazzi si sentono ingiustamente penalizzati dall’interruzione delle attività scolastiche in presenza. Riguardo al futuro:

  • il 43% ritiene che anche dopo il vaccino “staremo insieme in modo diverso, più on line”.
  • Solo il 26% pensa che “tornerà tutto come prima”,
  • sempre il 26% ritiene che “continueremo ad avere paura”.

Qualche speranza, tuttavia, i ragazzi la nutrono nei confronti del fondo Next Generation EU, di cui almeno il 69% degli intervistati ha sentito parlare e la maggior parte è interessata alle possibilità che potrebbe offrire per il loro futuro.

Per l’indagine completa: www.savethechildren.it/blog-notizie/scuola-e-covid-19-pensieri-e-aspettative-degli-adolescenti

(La protesta degli studenti per la riapertura elle scuole. Foto di MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Che ne pensate unimamme di questa indagine? Condividete il disagio e i timori dei ragazzi? Avete figli che hanno sollevato questi problemi?

valeria bellagamba

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