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Salute e benessere bambini

Instagram e social, l’effetto sul cervello degli adolescenti: conseguenze a lungo termine

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Federica De Febis

Un nuovo studio evidenzia quali siano i devastanti effetti neurologici e comportamentali dell’utilizzo spasmodico dei social media negli adolescenti

Guardandoci intorno, è chiaro come i social media abbiano preso pieno possesso del nostro interesse e del nostro stile di vita. Per molti italiani, controllare le notifiche è la prima cosa in assoluto che fanno la mattina appena suona la sveglia.

L’uso dei social da parte degli adolescenti: cosa può succedere (Universomamma)

La tendenza è preoccupante, però, per quanto riguarda i bambini e gli adolescenti: la generazione digitale è cresciuta con lo smartphone in mano ed è indubbio il peso preponderante che ciò può avere nella loro formazione e socializzazione.

I ragazzi, oggi, crescono immersi nelle piattaforme dei social media: un’indagine dello scorso anno ha evidenziato come gli adolescenti italiani passino sui social, tra selfie e controllo delle notifiche, tra le 7 e le 13 ore al giorno. Vero è che i social ci permettono di esprimerci e tenerci in contatto con i nostri amici, ma quali sono gli effetti a lungo termine di questa massiccia esposizione?

È proprio questa la domanda che si è posto un gruppo di ricerca della Università della Carolina del Nord, guidato da Maria Maza, studentessa di dottorato in psicologia. Lo studio si focalizza principalmente sul modo in cui l’utilizzo dei social influisce sullo sviluppo del “cervello sociale” negli adolescenti, quello che regola la sensibilità alla riprova sociale e all’anticipazione dei rischi.

Kara Fox, una delle co-autrici principali dello studio, illustra qual è l’ipotesi di partenza:

“Le piattaforme di social media forniscono un flusso costante e imprevedibile di feedback sui social sotto forma di Mi piace, commenti, notifiche e messaggi. Questi input sociali sono frequenti, incoerenti e talvolta gratificanti, il che li rende rinforzi particolarmente potenti che possono condizionare gli utenti a controllare ripetutamente i social media”

Come cambia il cervello quando si prende l’abitudine, quasi meccanica, di controllare i “mi piace” e i commenti in modo compulsivo?

Lo studio condotto su ragazzi dai 12 ai 14 anni: le risonanze parlano chiaro

I ricercatori hanno seguito un gruppo eterogeneo di 169 studenti dell’età di 12 anni per un periodo di tre anni per valutare i cambiamenti sul cervello a lungo termine. I ricercatori hanno valutato gli effetti sottoponendo i ragazzi ad una risonanza magnetica a cadenza annuale fino al compimento dei 14 anni. La risonanza veniva effettuata mentre i ragazzi giocavano a giochi virtuali a ricompensa, che mostrano il volto sorridente di altri coetanei in caso di vittoria e arrabbiati in caso di sconfitta.

I social media forniscono feedback continui – universomamma.it

Prima dell’inizio dello studio, i ricercatori hanno chiesto ai ragazzi quale fosse la frequenza con cui controllavano i social media durante l’arco di una giornata. Li hanno poi divisi in tre gruppi, e hanno definito “utilizzatori abituali” quelli che controllavano il profilo social più di 15 volte al giorno.

I ragazzi diventano più sensibili ai feedback sociali, nel bene e nel male

Nel corso del tempo, lo studio ha rivelato che gli utenti abituali rispondevano più rapidamente e più intensamente alle emozioni positive o negative percepite dai coetanei, rispetto agli altri gruppi. Durante la risonanza, le aree del cervello che mostravano un’attività aumentata erano i circuiti che valutano la ricompensa, le aree che determinano quali sono gli stimoli più rilevanti nell’ambiente, e la corteccia prefrontale, coinvolta nel controllo delle proprie azioni.

Gli effetti sul cervello sociale degli adolescenti – universomamma.it

Cosa ci dicono i risultati dello studio? I bambini diventano generalmente più attenti alle interazioni sociali con l’ingresso nell’adolescenza. Quelli però che utilizzano più spesso e precocemente i social media diventano particolarmente sensibili all’anticipazione dei rischi e delle ricompense sociali da parte dei loro coetanei. Il cambiamento è a livello neurologico: sono le aree del cervello associate alla motivazione e al controllo cognitivo a diventare più attive quando si aspettano ricompense o punizioni sociali.

Che ne pensano gli autori dello studio? Mitch Prinstein commenta:

“La nostra ricerca dimostra che il controllo dei comportamenti sui social media potrebbe avere conseguenze di lunga data e importanti per lo sviluppo neurale degli adolescenti, che è fondamentale per i genitori e i responsabili politici da considerare quando si comprendono i benefici e i potenziali danni associati all’uso della tecnologia da parte degli adolescenti”

Federica De Febis

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