Stop all’uso della caldaia a gas dall’Europa. Fra piano case green e nuove misure europee milioni di italiani dovranno sostituire per forza le loro caldaie.
Il fine è nobile e condivisibile: ridurre i danni provocati dal cambiamento climatico. Per farlo l’Unione europea immagina la trasformazione del continente attraverso un ammodernamento energetico.
Con il pacchetto RePower Eu dal valore di 210 miliardi, l’Europa ha dunque elaborato delle linee guida sul risparmio energetico. E tra le misure al vaglio di Bruxelles per contribuire al cambio di rotta contro i combustibili fossili c’è anche l’addio alla caldaia a gas. Si parla infatti di divieto di vendita delle caldaie a gas o della loro totale sostituzione, seppur non nell’immediato. La notizia era già filtrata su molti media lo scorso anno. Ma ora sembra che l’UE faccia sul serio.
In un modo o nell’altro, dunque, le vecchie caldaie non saranno più presenti sul mercato. La scomparsa delle caldaie a gas dovrebbe quindi essere progressiva. Il primo step potrebbe avvenire tra il 2025 e il 2026, quando non saranno più disponibili i relativi incentivi che saranno. Tali incentivi continueranno esclusivamente per quanto riguarda l’installazione di tecnologie alternative e la sostituzione dei vecchi impianti. Poi nel 2029 dovrebbe scattare il limite per lo stop alla vendita sul mercato delle caldaie autonome alimentate a fonti fossili.
Si va dunque verso una norma di sostituzione di tutte le caldaie. La nuova legge si sovrapporrà a quella sull’obbligo di ristrutturazione delle case. Il cosiddetto piano case green tanto criticato in Italia.
Non ci sono al momento obblighi per gli Stati Membri, ma si tratta di una prospettiva poco gratita, soprattutto per il peso economico che ricadrà sulle spalle delle famiglie. Ecco perché tutte le associazioni di categoria sono già pronte a schierarsi. Sembra infatti che la misura sia troppo dura. Perché vietare di punto in bianco la caldaia a gas? Non avrebbe più senso incentivare l’acquisto di apparecchi pronti all’utilizzo di fonti rinnovabili? Inoltre molte caldaie potrebbero essere riadattate, per funzionare con fonti alternative ai combustibili fossili.
C’è poi il problema delle case green. Anche se, secondo quanto contenuto nell’ultima versione del documento sulla riforma, gli Stati membri potrebbero essere liberi di prevedere un’esenzione dall’obbligo di ristrutturazione per alcuni immobili. La nuova direttiva europea ha ricevuto la prima approvazione il 3 febbraio 2023. Ed è da quel giorno che montano le proteste.
Come ormai noto, gli obiettivi da raggiungere comprendono il passaggio dalla classe energetica F alla E entro 2030 e quello dalla E alla D entro il 2033.
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