Il tampone positivo allo streptococco può subentrare in gravidanza ed essere pericoloso per il bambino in alcuni casi, scopriamo quando e come tutelarsi.
Questi batteri sono comunemente presenti nell’essere umano adulto, in generale quindi non sono problematici, tuttavia se avviene la trasmissione al feto possono esserci problemi e anche conseguenze gravi per il nascituro.
Non è, purtroppo, una questione insolita ed è per questo che bisogna fare molta attenzione ed eseguire degli esami appositi per scongiurare ogni rischio.
Lo streptococco è un organismo del gruppo B che si trova in molti batteri presenti nel corpo umano, in particolare in quelli che sono annidati a livello gastrointestinale e genitale. Normalmente non ci sono risvolti per una persona adulta ma durante la gravidanza la situazione cambia.
Quello che può accadere è la trasmissione dell’infezione e quindi lo sviluppo nel bambino della malattia. Al termine di ogni gestazione è sempre opportuno fare un tampone vagino-rettale per conoscere in anticipo se c’è la presenza del batterio e procedere alle terapie del caso prima del parto.
Lo streptococco si contrae durante i rapporti sessuali, quindi si passa da un portatore all’altro. Si annida nella microflora genitale ma può anche passare alle aree attigue. Spesso i portatori non ne sono consapevoli e quindi possono contaminare terzi. Il batterio può colonizzare anche a livello intestinale e quindi portare ad una densità piuttosto corposa nel tempo. Ovviamente in assenza di sintomi è possibile solo procedere con un esame apposito per poterlo diagnosticare.
La maggior parte di streptococchi sono del gruppo A ovvero associati a faringiti, tonsilliti e simili e poi ci sono quelli del gruppo B che si trovano sia nel tratto respiratorio che in quello genitale e intestinale e possono dare infezioni nell’adulto. Lo streptococco B trovandosi nella parte finale dei genitali e dell’intestino può colpire il nascituro. Si stima che almeno una donna su cinque ne sia affetta senza saperlo.
Un bambino che viene a contatto con questo batterio può sviluppare malattie anche gravi come setticemia, sepsi, meningite e polmonite, oltre infezioni di tipo severo. Quando c’è una colonizzazione molto elevata nella madre, è facile che si trasmetta al neonato. Non è possibile tuttavia “prevenire” la diffusione dello streptococco ma sicuramente effettuare una diagnosi e relativa cura per tamponare i rischi. Con un prelievo adeguato è possibile fare un tampone tra la 36esima e la 37esima settimana di gestazione e in base all’esito procedere con il medico curante e il ginecologo ad una terapia d’urto prima che il piccolo venga alla luce.
I tamponi positivi sono sempre pericolosi e non devono essere sottovalutati perché si rischia la trasmissione al bambino. Quando si verificano durante la gravidanza febbre o altri fastidi è possibile farlo anche prima per verificare che non ci siano infezioni in corso. Oltre alla trasmissione al feto il pericolo per le madri è di compiere un parto anticipato.
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