Streptococco in gravidanza: rischi per mamma e bambino? Scopri come proteggerti

La gravidanza è un periodo di grande gioia ma anche di attenzione e cura verso la salute della futura mamma e del bambino.

Una delle condizioni che spesso genera preoccupazione tra le gestanti è la presenza di streptococchi, noti per il loro potenziale infettivo, soprattutto nei confronti dei neonati.

Streptococco in gravidanza
Streptococco in gravidanza: rischi per mamma e bambino? Scopri come proteggerti( Universomamma.it)

Sebbene la presenza di questi batteri raramente comporti complicazioni dirette per la madre, lo streptococco in gravidanza rappresenta un fattore di rischio non trascurabile per il benessere del bambino.

Lo Streptococcus Agalactiae, o streptococco di gruppo B (GBS), è il ceppo che riveste maggiore interesse clinico durante la gravidanza. Questo microrganismo fa parte della microflora genitale o intestinale dell’adulto senza necessariamente causare problemi; tuttavia, durante la gravidanza, può diventare motivo di preoccupazione a causa della sua capacità di trasmettersi al neonato durante il parto.

Streptococco come si trasmette e cosa fare per curarsi

La trasmissione dello streptococco dalla madre al bambino avviene prevalentemente durante il parto naturale. Il passaggio attraverso il canale vaginale espone infatti il neonato al contatto diretto con i batteri presenti nella flora materna. È importante sottolineare che circa una donna su cinque può essere portatrice asintomatica dello streptococco senza esserne consapevole.

Streptococco in gravidanza: rischi per mamma e bambino? Scopri come proteggerti( Universomamma.it)

Nonostante nella maggior parte dei casi l’infezione da streptococco sia asintomatica nella madre, essa può avere conseguenze serie sul neonato. Le infezioni da GBS possono portare a sepsi neonatale, meningite e altre gravi complicazioni che in casi estremamente rari possono risultare fatali.

Le manifestazioni dell’infezione possono essere immediate o tardive; quest’ultime si verificano dopo la prima settimana dalla nascita e richiedono particolare attenzione ai sintomi da parte dei genitori.

Il metodo più affidabile per identificare la presenza dello streptococco nelle future mamme è attraverso un tampone vagino-rettale effettuato intorno alla 36esima settimana di gestazione. Questa procedura permette ai medici di stabilire un piano d’azione adeguato nel caso in cui si rilevi una colonizzazione batterica significativa.

Una volta confermata la presenza dello Streptoccocus Agalactiae, l’intervento terapeutico primario consiste nell’amministrazione degli antibiotici. La tempistica e l’intensità del trattamento dipendono dalla concentrazione batterica individuata: nei casi meno gravi gli antibiotici sono somministrati durante il travaglio mentre nelle situazioni più serie si può optare per un trattamento anticipato nel corso della gravidanza.

Inoltre, qualora ci fossero fattori quali parto pretermine o mancanza del risultato del tampone prima del travaglio – unitamente ad altri indicatori come febbre o precedenti storici d’infezioni da GBS – gli antibiotici vengono somministrati a scopo precauzionale.

Comprendere i rischi associati allo Streptoccocus Agalactiae in gravidanza e le opzioni terapeutiche disponibili rappresenta un passaggio fondamentale nella cura e protezione tanto della salute materna quanto quella neonatale. La collaborazione tra le future mamme ed i professionisti sanitari è cruciale per garantire esiti positivi sia per lei che per il suo bambino.

Gestione cookie