Braccioli e ciambelle: non fidarti! Perché non proteggono i bambini dall’annegamento

Nell’era della massima attenzione alla sicurezza dei bambini, molti genitori vedono nei braccioli e ciambelle una soluzione affidabile per prevenire l’annegamento.

Questa fiducia, però, si basa su una percezione errata che può esporre i più piccoli a rischi significativi durante il loro tempo in acqua.

Salvagente Italia, un’autorità nel campo delle Manovre di Disostruzione Pediatrica e Neonatale, mette in guardia: questi oggetti sono da considerarsi meri giocattoli, non veri e propri dispositivi di sicurezza. La loro popolarità non deve ingannare: offrono una falsa sensazione di sicurezza che, in realtà, può rivelarsi pericolosa.

Braccioli e ciambelle sono giochi

La vigilanza costante degli adulti e l’insegnamento delle abilità natatorie fin dalla più tenera età sono insostituibili.

L’acqua, elemento naturale già familiare ai bambini sin dal grembo materno, dovrebbe essere esplorata in modo sicuro attraverso il baby nuoto, il metodo più efficace per imparare a gestire i propri movimenti in acqua.

L’uso di ciambelle a mutandina o braccioli può interferire con lo sviluppo di una corretta percezione dell’acqua. Gabriele Ottavi, osteopata e pedagogista, evidenzia come questi dispositivi possano distorcere l’imprinting naturale dei bambini con l’acqua, insegnando loro a fidarsi ciecamente degli ausili galleggianti anziché delle proprie capacità.

Per prevenire rischi, Salvagente Italia raccomanda metodi alternativi che promuovono il gioco e la fiducia tra genitori e figli. Tecniche come sostenere il bambino sotto le braccia o adagiarlo sul petto in acqua aiutano a costruire un rapporto sereno e sicuro con l’acqua, permettendo ai piccoli di acquisire fiducia nelle proprie capacità natatorie senza l’uso di dispositivi.

È cruciale che i genitori riconoscano che gli accessori galleggianti non offrono una vera protezione dai pericoli dell’annegamento. La vera prevenzione si basa sull’educazione dei bambini e degli adulti a una corretta gestione del tempo trascorso in acqua, promuovendo la vigilanza attiva e l’apprendimento delle competenze natatorie come unici veri salvagenti.

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