Con l’arrivo dell’estate e l’aumento delle temperature, diventa fondamentale prestare attenzione alla salute dei più piccoli, particolarmente vulnerabili ai rischi legati al caldo estremo.
Tra questi, il colpo di calore rappresenta una minaccia seria che richiede conoscenza e prontezza nell’intervento.

Il colpo di calore e l’insolazione sono due condizioni spesso confuse ma che presentano caratteristiche distintive. Entrambe sono il risultato dell’esposizione a temperature elevate, fenomeno in crescita a causa del cambiamento climatico.
La capacità del corpo umano di autoregolare la propria temperatura – la termoregolazione – gioca un ruolo cruciale nel mantenimento della salute in condizioni ambientali variabili.
In ambienti particolarmente caldi, il corpo cerca di disperdere il surplus termico attraverso meccanismi come la sudorazione o la dilatazione dei vasi sanguigni. Tuttavia, quando le temperature esterne superano i 35 gradi Celsius in contesti umidi e scarsamente ventilati, queste strategie possono rivelarsi insufficienti, portando a un aumento pericoloso della temperatura corporea.
Colpo di calore come riconoscerlo e intervenire
Il colpo di calore si verifica quando questa incapacità si manifesta rapidamente (in circa 10-15 minuti), con la temperatura corporea che può raggiungere i 40-41°C. I sintomi nei bambini includono debolezza generale, perdita d’interesse nel gioco o nelle interazioni sociali, mal di testa e dolore addominale accompagnato da nausea e vomito. In casi più gravi si possono verificare anche svenimenti dovuti al brusco calo della pressione arteriosa.

L’insolazione differisce dal colpo di calore principalmente per essere causata direttamente dall’esposizione ai raggi solari. Oltre ai sintomi comuni al colpo di calore come l’aumento della temperatura corporea e i malori generalizzati, nell’insolazione compaiono disturbi specifici legati all’esposizione solare quali eritema (arrossamento della pelle) ed eventualmente ustioni solari.
Di fronte a un sospetto colpo di calore è vitale agire tempestivamente: spostare il bambino in un luogo fresco ed ombreggiato è il primo passo; offrire acqua a piccoli sorsi può aiutare nella reidratazione. Se non si osserva miglioramento o se compaiono sintomi più gravi come confusione mentale o vomito persistente è imperativo consultare immediatamente un medico.
La prevenzione gioca un ruolo chiave nella tutela dei più piccoli dai rischi del surriscaldamento: evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore centrali della giornata (dalle 11 alle 18), indossare cappellini e abiti leggeri in cotone dai colori chiari sono accorgimenti semplici ma efficaci. L’idratazione costante con acqua ed alimentarsi con frutta e verdura ricche d’acqua contribuiscono significativamente alla prevenzione dei colpi di calore.
Mentre le vacanze estive offrono momenti preziosi da trascorrere all’aperto insieme ai propri figli, è essenziale rimanere informati sui potenziali rischi legati alle alte temperature ed agire con consapevolezza per garantire loro una stagione sicura e piacevole.