Raffreddore o allergia? Impara a riconoscere i segnali nei più piccoli con consigli pratici per capire quando è il caso di preoccuparsi e come aiutare i bambini a stare meglio.
Starnuti a raffica, naso che cola e occhi arrossati: in molti casi i sintomi si somigliano, e distinguere un raffreddore da un’allergia nei più piccoli non è immediato.

Eppure capire l’origine del disturbo è fondamentale per gestire meglio i disagi del bambino, ridurre assenze da scuola e intervenire con le giuste strategie ambientali o, quando indicato dal medico, con accertamenti specifici. Gli esperti ricordano che la chiave è osservare con attenzione il quadro complessivo: la presenza o meno di febbre, il tipo di muco, l’andamento nel tempo e l’eventuale prurito a naso e occhi.
I segnali del raffreddore e i segnali dell’allergia
Identificare facilmente se i sintomi nei bambini dipendono da un semplice raffreddore o da un’allergia, per gestire al meglio la salute dei tuoi figli non è mai stato così semplice.

Febbre: spesso presente, anche se non elevata. Può comparire nelle prime 24-48 ore insieme a spossatezza e lieve malessere generale. Mal di gola: tipico all’esordio, può associarsi a voce rauca e difficoltà a deglutire, soprattutto al mattino.
Il muco tendenzialmente più denso; può diventare giallo o verdognolo nel corso dei giorni, manifestazione frequente nelle infezioni virali delle vie aeree superiori. La tosse: più comune nelle ore notturne e al risveglio, inizialmente secca e poi talvolta più produttiva con catarro. Evoluzione e durata: i sintomi di solito seguono un ciclo con esordio, picco e graduale miglioramento; nella maggior parte dei casi si risolvono entro 7-10 giorni. Altri segni includono inappetenza, irritabilità, lieve mal di testa e congestione nasale persistente, spesso con peggioramento quando il bambino è sdraiato.
L’assenza di febbre è un segnale che le reazioni allergiche respiratorie non danno febbre; se c’è temperatura elevata è più probabile un’infezione. Il prurito è un campanello d’allarme distintivo; colpisce naso, occhi e talvolta il palato, spingendo il bambino a strofinarsi il viso. Starnuti frequenti arrivano in raffiche, soprattutto dopo l’esposizione a polline, polvere domestica, peli di animali o muffe.
Il muco acquoso e trasparente, spesso abbondante, descritto come “cristallino”. Gli occhi possono presentare lacrimazione intensa, arrossamento e prurito; i piccoli possono lamentare “sabbia” negli occhi. La pelle può mostrare eruzioni cutanee o orticaria in caso di reazione più estesa o contatto con allergeni.
La tosse può essere presente, più spesso secca e legata all’irritazione allergica delle mucose, non al catarro. L’andamento dei disturbi persiste finché il bambino resta esposto all’allergene e migliorano quando l’esposizione si riduce.
Il contesto e stagionalità è fondamentale, il raffreddore può comparire in qualunque momento dell’anno, specie in ambienti chiusi o affollati. L’allergia tende a manifestarsi in stagioni precise o in ambienti specifici.
L’evoluzione dei sintomi: il raffreddore “cambia faccia” nei giorni, con fasi successive; l’allergia ha un profilo più stabile e ricorrente. I segnali chiave come prurito a naso e occhi, starnuti a raffica e muco acquoso sono più compatibili con allergia; febbre, mal di gola e muco denso orientano verso il raffreddore. Il colore e consistenza del muco: trasparente e fluido indirizza all’allergia; denso e giallastro è più tipico del raffreddore. I co-sintomi come prurito cutaneo, orticaria, respiro sibilante o difficoltà a prendere fiato, suggeriscono una reazione allergica e meritano attenzione medica.
Se il bambino sta bene, gioca e non ha febbre, ma comincia a starnutire in giardino con naso che cola “acqua” e occhi che prudono, i disturbi che migliorano rientrando in casa fanno pensare a un’allergia ai pollini. Se invece, dopo due giorni di stanchezza e mal di gola, compaiono naso chiuso, muco più spesso e un po’ di febbre, con tosse che aumenta la sera, è più probabile un raffreddore virale destinato a risolversi nell’arco di una settimana.