La Cardioaspirina in gravidanza: una scelta informata: cos’è e come Agisce
Con la consulenza scientifica del dott. Lorenzo Vasciaveo, specialista in Ostetricia e Ginecologia e responsabile di Medicina materno-fetale al Policlinico Riuniti di Foggia, e della dott.ssa Erika Zanzarelli, esploriamo l’uso della cardioaspirina durante la gravidanza. Una domanda frequente tra le future mamme riguarda l’effettiva necessità di questo farmaco. La risposta, basata su dati solidi e pratica clinica, sottolinea l’importanza delle scelte condivise tra la donna e i suoi curanti.
La aspirina a basso dosaggio (75–150 mg) gioca un ruolo cruciale grazie al suo effetto antiaggregante. Questo farmaco è in grado di ridurre le micro-trombosi nella placenta, migliorando così la placentazione e il flusso di sangue verso il feto. Nonostante il suo profilo di sicurezza generalmente buono a dosi basse, esistono controindicazioni chiare come allergia ai FANS, ulcera attiva, sanguinamenti in corso, gravi epatopatie o piastrinopenia.
Le linee guida internazionali e la pratica clinica italiana concordano sull’indicazione della cardioaspirina per le donne ad alto rischio di preeclampsia e per quelle con più fattori di rischio moderati. La tempistica e il dosaggio sono elementi chiave: si raccomanda di iniziare il trattamento tra la 12ª e la 16ª settimana di gravidanza, con dosi di 100–150 mg, preferibilmente di sera.
Le evidenze scientifiche dimostrano una riduzione significativa del rischio di preeclampsia, soprattutto nelle sue forme pretermine, quando il trattamento viene iniziato prima della 16ª settimana con dosi di almeno 100 mg. La riduzione del rischio di restrizione della crescita fetale e di alcuni casi di parto pretermine è un altro beneficio importante, sebbene la sua entità possa variare.
È fondamentale evitare il fai-da-te e consultare sempre un medico prima di associare la cardioaspirina ad altri farmaci. Il monitoraggio pressorio e l’ecografia Doppler sono strumenti preziosi per modulare l’uso di questo farmaco. Inoltre, sebbene il basso dosaggio sia generalmente considerato compatibile con l’allattamento, in gravidanza ogni decisione deve essere valutata attentamente, mettendo in bilancio benefici e rischi.
La cardioaspirina non è un rimedio universale, ma una scelta basata su informazioni accurate e sulle esigenze individuali. È importante discutere apertamente con il proprio medico per trovare l’equilibrio giusto, tenendo conto sia dei dati scientifici sia delle proprie priorità personali.
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