Profumo di spezie nell’aria, mani infarinate, tazze calde: quando arrivano le feste, i biscotti raccontano storie. Tra tutti, due protagonisti accendono la curiosità: i biscotti speziati più amati, gingerbread e speculoos. Hanno qualcosa in comune, sì. Ma non sono la stessa cosa. E la differenza non sta solo nel sapore.
Se pensi al Natale anglosassone, vedi omini di gingerbread e casette decorate. Il termine appare in Europa già nel Medioevo; secondo l’Oxford Companion to Food, fiere e monasteri diffusero impasti a base di miele e spezie. In area tedesca nasce il Lebkuchen (Nürnberg vanta una IGP dell’UE), spesso morbido e ricco di frutta candita e frutta secca.
Dall’altra parte del Mare del Nord, tra Belgio e Paesi Bassi, si afferma lo speculaas legato a San Nicola (6 dicembre), con le tipiche forme a timbro. Nel XX secolo la versione belga modernizzata, lo speculoos, riduce la miscela di spezie e punta su note caramellate. Un fatto documentato nella storia aziendale di Lotus Bakeries (fondata a Lembeke nel 1932), che ha reso popolare nel mondo il biscotto oggi noto anche come “Biscoff”, spesso servito con il caffè.
Ecco il nodo, quello che cambia davvero l’esperienza al morso. Il gingerbread classico usa molto zenzero, talvolta pepe, chiodi di garofano e cannella. La base dolce varia per area: nel mondo anglosassone prevale la molassa (o treacle), che regala colore scuro e umidità; nel Lebkuchen tedesco entrano miele, mandorle o nocciole, scorze candite e lieviti tradizionali come carbonato d’ammonio. Risultato? Biscotto che può essere croccante ai bordi ma anche morbido e quasi “panoso”, ideale per omini, casette, glasse bianche.
Lo speculoos, invece, è un frollino: farina, tanto burro, zucchero bruno di barbabietola (la tipica cassonade belga), un tocco di cannella e poche altre spezie. La dolcezza caramellata deriva dalla reazione in cottura dello zucchero: croccante secco, friabile, retrogusto tostato. Le spezie ci sono, ma parlano sottovoce. Questo profilo spiega due usi moderni: sbriciolato come base per cheesecake e mousse; trasformato in crema spalmabile (non esistono dati univoci sulla “prima” ricetta casalinga, ma la versione industriale è attestata in Belgio dagli anni 2000).
Qualche esempio concreto aiuta a scegliere. Vuoi un biscotto da decorare e profumare la casa? Il gingerbread con molassa e zenzero riempie la cucina di note calde e decise. Cerchi un accompagnamento perfetto per l’espresso? Lo speculoos croccante si scioglie lentamente e rilascia un’eco di caramello: in Belgio è un’abitudine diffusa nei bar. Preferisci un dolce da credenza che resti morbido per giorni? Il Lebkuchen glassato, IGP di Norimberga, è il riferimento.
– “Speculaas” e “speculoos” non sono sinonimi perfetti: il primo indica la tradizione olandese-belga, più speziata; il secondo la versione belga moderna, più caramellata. Le ricette domestiche variano; quando non c’è una fonte chiara, è meglio parlare di tendenze diffuse, non di regole assolute.
– L’aneddoto sui “gingerbread men” creati da Elisabetta I è popolarissimo, ma gli storici del cibo lo considerano non verificato in modo definitivo.
Alla fine, la scelta dice qualcosa di noi: squadra croccante-caramello o squadra spezie-pienezza? Io, lo confesso, tengo un barattolo di speculoos accanto alla moka e una teglia di gingerbread pronta per le mani piccole che chiedono una glassa in più. E tu, da quale profumo vuoi farti guidare questo inverno?
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