Bagni della scuola sporchi: la preside da il via al “registro della pipì”

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La preside di una scuola elementare ha istituito il “registro della pipì” per tenere i bagni puliti. Scoppia la polemica tra i genitori e la preside.

La preside dell’istituto comprensivo Confalonieri di Milano ha preso una decisione che fa discutere. A seguito di una circolare, i docenti della scuola elementare dovranno segnare i bambini che vanno in bagno e per quanto tempo rimangono.

I genitori non sono contenti di questo provvedimento e chiedono alla preside di trovare altri sistemi per tenere i bagni puliti.

 

Sul “registro della pipì” si segnano gli studenti che vanno in bagno e quanto tempo ci rimangono

La preside della scuola elementare di via Del Verme dell’istituto comprensivo Confalonieri, ha deciso di istituire una sorta di “registro della pipì”. Il registro è un provvedimento che ha preso a seguito delle continue lamentele delle famiglie sui bagni sporchi e maleodoranti della scuola.

Con una circolare, la preside ha pubblicato on line l’ordine di servizio rivolto agli insegnanti: “Al fine di tutelare il benessere psicofisico degli studenti, i docenti dovranno rilevarne quotidianamente per iscritto, su apposito modulo allegato, le uscite e i rientri per recarsi ai servizi igienici“.

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Ne modulo, l’insegnante deve indicare il nome dell’alunno, la classe, l‘orario in cui chiede di recarsi al bagno ed anche la durata dell’assenza.

La preside ha spiegato la sua decisione sostenendo che il “registro della pipì” sia l’unico modo, a suo avviso, di poter tenere la situazione dei bagni sotto controllo: “Da mesi i genitori si lamentano delle condizioni dei bagni, che pure sono migliorate molto. Chiedono collaboratori scolastici in più o una ditta esterna che si occupi delle pulizie ma esaudire queste richieste mi è impossibile“.

Per la preside il problema è dato dai bambini che non usano i bagni in maniera corretta: “Salgono con i piedini sui water, o la fanno fuori dal water, addirittura sporcano i muri con le feci. Non posso mettere le telecamere a scuola ma voglio arginare la situazione. Le liste non sono per un controllo fine a se stesso, ma per capire come e quando succedono queste cose. Certi alunni devono imparare a rispettare i bagni della scuola come quelli di casa”.

L’indignazione dei genitori ed anche di alcuni insegnanti a seguito della circolare

Una volta che si è saputo del “registro della pipì”, i genitori dei bambini hanno deciso di inviare alla preside, con copia al provveditorato e l’ufficio scolastico, una lettera di diffida.

Nella lettera i genitori ricordano che non hanno firmato nessuna richiesta di consenso: “Riteniamo che tale rilevazione di un dato sensibile del minore violi le normative di privacy, non avendo noi ricevuto alcuna richiesta di consenso e non essendo specificato in alcun modo il legittimo interesse alla raccolta né le modalità di trattamento, accesso e conservazione di tali dati. Vi diffidiamo per tanto dal procedere a tale rilevazione per i nostri figli”.

I genitori sono sconvolti dalla circolare emanata dalla preside e parlano anche di violenza psicologica nei confronti dei figli: “Probabilmente neanche negli anni Quaranta si teneva un registro di chi andava in bagno, è una violenza psicologica e i bambini non sanno cosa fare“, dice Cinzia Franceschin. La donna, come riportato da Repubblica, ha raccontato che il figlio è tornato a casa scusandosi per essere andato in bagno ed essersi fatto registrare, non capendo bene se la sua azione possa avere conseguenze disciplinari.

Un altro genitore ha dichiarato: “Non abbiamo avuto motivazioni precise per questa novità, pensiamo che sia per controllare chi sporca” o “attaccheremo al diario dei bimbi una copia della diffida chiedendo ai maestri di firmarla per presa visione”.

Ginevra Marinacci, membro dell’associazione genitori, racconta che erano mesi che le famiglie chiedono di risolvere la situazioni dei bagni: “All’ultima consegna delle pagelle sentivo la puzza da 20 metri di distanza nonostante ci fosse la porta dei bagni chiusa. La preside ignora e minimizza il problema, quando ammette che c’è, scaricando la colpa sui bambini maleducati che sporcano. E la circolare servirebbe per addossare per l’ennesima volta la responsabilità ai piccoli che usano male i bagni, ma anche agli insegnanti per non aver vigilato abbastanza. E così finirebbe per crearsi un clima di sospetto, paura e umiliazione non adatto a vivere serenamente a scuola“.

Il presidente del consiglio d’istituto aggiunge: “Questo ordine di servizio non è mai stato discusso in consiglio, né è mai stata proposta una modifica del regolamento”.

Anche il presidente dell’associazione dei genitori, Andrea Montanari, non è d’accordo con la circolare, manifestando i suoi dubbi: “Restiamo basiti dal riferimento del benessere psicofisico: chi lo determina e definisce? E perché mai l’indicazione del tempo di permanenza ai servizi igienici è indice di pulizia o sporcizia degli stessi? Come genitori faremo di tutto affinché i nostri figli vengano educati al rispetto dell’istituzione scolastica, come abbiamo sempre fatto, ma abbiamo chiesto pareri a studi legali per valutare i profili di legittimità di una simile disposizione”.

La preside ha risposto ai genitori dichiarando di non capire tale indignazione e che non c’è una violazione della privacy: “Non c’è nessuna violazione della privacy, i fogli vengono dati a me e, se non è successo nulla, a fine giornata vengono eliminati. Questo espediente non è per capire quali sono i bambini che sporcano, ma è una scelta organizzativa per venire incontro alla situazione e rendere più efficiente il servizio. Il bambino è invitato a segnalare alla maestra se trova il bagno sporco e così la docente può avvisare il bidello che interverrà prontamente”.

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Voi unimamme siete d’accordo con la circolare emanata dal Preside per il “registro della pipì”?

 

 

 

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