Il Premio Nobel Mukwege denuncia il dramma del Congo: donne stuprate e milioni di sfollati

Il Premio Nobel Mukwege denuncia il dramma del Congo: donne stuprate e milioni di sfollati
Il Premio Nobel per la Pace 2018 Denis Mukwege (LISE ASERUD/AFP/Getty Images)

Il Premio Nobel Mukwege denuncia il dramma del Congo: donne stuprate, morti e milioni di sfollati.

La Repubblica Democratica del Congo sta vivendo un periodo drammatico di tensioni politiche e scontri violenti che stanno lacerando il Paese e che si stanno complicando in questo periodo di elezioni presidenziali, in una situazione di disordini che si trascina da anni.  L’allarme sulla situazione del Congo arriva direttamente dalla testimonianza di Denis Mukwege, il medico congolese premiato lo scorso dicembre con il Nobel per la Pace per il suo impegno nella cura e nella riabilitazione delle donne vittime di stupro come arma di guerra.

Nella sua carriera di ginecologo, Mukwege ha visto migliaia di donne devastate ed è uno dei pochi specialisti al mondo in grado di intervenire sui copri martoriati delle vittime di stupri efferati. Purtroppo si tratta di violenze che non sono cessate, ma continuano nel Congo sconvolto dalle violenze.

Di recente il medico congolese ha rilasciato una drammatica testimonianza all’italiano Francesco Barone, docente dell’Università dell’Aquila, da anni impegnato in missioni umanitarie e che di recente ha visitato la Repubblica Democratica del Congo.

Il Nobel Mukwege denuncia il dramma del Congo: donne stuprate, morti e sfollati

La situazione in Congo è catastrofica. È in atto una spirale di violenza senza precedenti. Chiudere gli occhi davanti a questo dramma significa esserne complici“. Si tratta del grido di dolore e di una richiesta di aiuto che provengono da Denis Mukwege, il medico ginecologo recentemente premiato con il Nobel per la Pace, per il suo impegno nelle cure alle donne e bambine vittime di stupri nella Repubblica Democratica del Congo.

Mukwege ha ricevuto la visita del docente abruzzese Francesco Barone, professore dell’Università dell’Aquila, al quale ha chiesto di diffondere all’estero il suo appello per sensibilizzare la comunità internazionale sulla situazione congolese.

Francesco Barone, originario di Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara, da 21 anni è impegnato in missioni umanitarie. “Ho incontrato il Premio Nobel nell’ultima missione conclusa due giorni fa –  ha detto Barone – lo stesso Mukwege mi ha incaricato di diffondere un documento che espone la drammatica situazione nella quale si trovano i cittadini del Congo“.

Il documento affidato da Mukwege a Barone risale al 4 gennaio scorso e denuncia centinaia di migliaia di donne stuprate, oltre 4 milioni di sfollati e 6 milioni di morti. Sono i numeri drammatici di una crisi che dura da decenni.

Denis Mukwege ha fondato nel 1988 l’Ospedale Panzi di Bukavu, città della parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, dove il medico è nato e dove è diventato uno dei massimi esperti mondiali nel trattamento dei danni fisici dovuti agli stupri. Qui Mukwege ha curato più di 50 mila donne, accolte a seguito dei numerosi casi di violenze sessuali avvenute durante la lunga guerra civile nella Repubblica Democratica del Congo.

Il medico vive nel suo ospedale in Congo ed è sotto protezione, come spiega Barone all’emittente abruzzese OndaTv, perché minacciato per il suo lavoro di cura e recupero delle vittime delle violenze sessuali e per il suo attivismo contro lo stupro come arma di guerra. Per questo motivo ha affidato il suo appello alla sensibilizzazione sulla situazione congolese nelle mani del docente italiano, che pensa che si debba iniziare dai bambini e dalle scuole, dove occorre diffondere i concetti di pace e di rispetto delle differenze. 

L’intervista di Onda Tv a Francesco Barone

La situazione attuale nella Repubblica Democratica del Congo

La Repubblica Democratica del Congo, spiega l’Unità di Crisi della Farnesina, è stata negli ultimi anni teatro di gravi scontri violenti con decine di vittime specie nella capitale Kinshasa.
La proclamazione dei risultati delle elezioni presidenziali tenutesi lo scorso 30 dicembre (ad eccezione delle città di Beni, Butembo e Yumbi dove le votazioni sono state posticipate a marzo 2019) è al momento prevista tra il 6 e il 15 gennaio. Sono sempre possibili proteste e disordini, con il rischio di violenze e scontri anche nelle aree urbane.

Sui risultati delle elezioni presidenziali in Repubblica Democratica del Congo, le prime democratiche dall’indipendenza del Paese, sono contestate dai candidati in competizione e dai loro sostenitori.

Le autorità congolesi hanno rafforzato le misure di sicurezza a Kinshasa, con posti di blocco in particolare nelle ore notturne. Non possono escludersi barricate improvvise, in particolare lungo l’asse stradale tra il centro città di Kinshasa e l’aeroporto. La crisi economico-sociale e decenni di guerra hanno reso frequenti estorsioni, aggressioni e rapimenti lampo a scopo di rapina, anche nella capitale e nelle principali città del Paese. Atti di criminalità violenta sono spesso attribuiti agli “Shegue” (adolescenti di strada) ed ai Kuluna (giovani più “anziani” molto più pericolosi) che agiscono in bande, anche di giorno, soprattutto nei quartieri più popolari. Episodi di criminalità comune sono talvolta riconducibili ad elementi appartenenti alle stesse Forze di Polizia, alle Forze Armate o ad altri corpi delle forze dell’ordine.

Come e non bastasse in Congo è in corso una violenta epidemia del virus Ebola, nel Nord-est del Paese, al confine con Uganda e Ruanda.

Che dire unimamme? Possiamo solo confidare nell’impegno della comunità internazionale.

Ricordiamo il nostro articolo: Bambini vittime delle guerre nel mondo, mai così tante in 30 anni. La denuncia di Unicef.

Impostazioni privacy