La prima febbre non si scorda mai

Come in un racconto giallo, o una spy story se preferite, ecco a voi la cronaca (quasi fedele!) della notte della prima febbre della mia bimba.

Neonato su letto con stetoscopio e termometro

Perché possa consolare e far sorridere tutte le mamme e i papà che l’hanno già affrontata ed avvisare quelli che ancora non l’hanno vissuta.
I cugini e l’antefatto…
E dopo giorni di festeggiamenti con i cugini più grandi della mia bimba bionda_occhicerulei io e il papà_signorNO ci scambiamo impressioni:
“Ah sì, si è divertita proprio tanto”…”
“Hai visto come guardava tutto?”
“Ha gattonato come una forsennata”
“Sentito? Ha starnutito, vabè che sarà mai”,
“Dobbiamo farlo più spesso. Hai ragione”.
Ed improvvisamente (nottetempo e quando altrimenti…) lo starnuto della bimba bionda_occhicerulei, da uno e piccolo, si è trasformato (come nei Pokemon) in: occhi lucidi, naso chiuso e gote fosforescenti.
Ma era solo l’inizio. E io non lo sapevo.
Non sapevo ancora di quella espressione. Quel’espressione strappacuore.
Proprio quella che suona più o meno così: ODDIO DOVE E’ ANDATA ORA MAMMA?…DOVE A FARE PIPì ?…MA STATE SCHERZANDO! E IO?

La questione del termometro
“OK, dai papà_signorNo, niente panico”. “Prendiamo il termometro. “
Sì ricordo, ho detto proprio così.
Sembra facile.
Ricordo ancora il giorno delle dimissioni dall’ospedale e la chiacchierata con il pediatra. Quel pediatra
Capelli scuri, piglio sicuro, sopracciglia giganti e accento siciliano perentorio.
Nel suo camice bianco ci snocciolava le mille cose da fare e da dire tornati a casa.
Non ha tradito né emozione, né dubbio…Tranne per la questione termometro.
Il termometro doveva essere quello con il mercurio e di vetro con cui siamo cresciuti, Stop. Gli altri termometri sono traditori e infidi, dio ve ne scampi. Lo ascoltai scettica.
In farmacia, giorni dopo, chiesi senza particolare convinzione il termometro.
“Ah davvero, non avete quello al mercurio.” Sì certo, va benissimo quello che mi consiglia lei.” Ed eccomi tornare a casa con termometro, flexi, dual, ecc.. Più accessoriato di una Ferrari. E tutta contenta cinguettavo allo scettico papà_signorNo:
“ Vedi, è facile da usare se lampeggiano le braccine stai misurando la temperatura ascellare.” E non contenta, ho proseguito:
“Se lampeggiano le gambe, stai misurando la temperatura interna.”
“E che ci vuole? Dai non sei tu lo scienziato?”
“Puoi scegliere dove misurare e anche se in gradi Fahrenait o Celsius. Pensa!”
“Non è fantastico?!
Tutto questo avveniva quasi 11 mesi fa…

La sera della febbre tutto è cambiato…
“Qui lampeggiano ANCORA le braccine dell’icona invece io devo misurare …dall’altra parte.”
“Come si fa hai detto?”
“Sì, l’ho fatto”. “ Se ti ho detto che l’ho fatto..  l’ho fatto!!!”
“Non funziona.”
“Ma quando la smettono di lampeggiare queste cavolo di braccine!!!”
“Ok, ok a te funziona, a me no!”
E poi il silenzio. Prima di dirci:
“Quanto hai detto che ha papàsignor_NO? “
“Come 39 e mezzo…”
“Sarà in grado Farehnait…No?”
E lui, naturalmente mi ha risposto: “NO…”

Cose da ricordare
Come nelle notti delle coliche gassose la discrepanza tra ciò che dovrei fare e ciò che sento è  enorme.
Mi ripeto:

  1. Tutti i bambini hanno la febbre
  2. Sono molto fortunata perché finora non l’ha avuta
  3. Ho sentito il pediatra (un altro) e se serve passo in ospedale
  4. Papà_signorNo è tranquillo..
  5.  E Io? io NO

Conclusioni
Non sarò mai abbastanza pronta. Io no, lo devo ammettere. Ma come si dice: è passata la nottata. La mattina dopo la febbre era diminuita. Non era del tutto svanita, ma insomma l’emergenza sì. E la bimba bionda_occhi cerulei ha sorriso, papà_ signorNO e al lavoro e io ho scritto, con una mano sola, mentre lei dormiva in braccio a me.
E il termometro? Beh potrei giurare di averlo visto sogghignare sul comodino…

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