Un sogno chiamato: MSD for Mothers

Mamma africana con bambino sulle spalle

Ci è già capitato di riflettere sul fatto che aiutare una donna e futura mamma, soprattutto in un paese in Via di Sviluppo, genera un meccanismo virtuoso per cui dell’aiuto dato non ne beneficia solo la mamma (e già sarebbe sufficiente), ma anche la sua famiglia e tutta la comunità a cui quella donna appartiene.

La Comunità di Sant’Egidio opera nell’Africa sub-sahariana dal febbraio del 2002 con il programma che si chiama Dream. Questa bellissima parola è anche l’acronimo di: Drug Resource Enhancement against Aids and Malnutrition, un  programma focalizzato sulla prevenzione della trasmissione verticale dell’Hiv da madre a figlio. E questo programma è anche: “figlio di un sogno. Di qui il nome. Il sogno di contrastare in modo nuovo e più efficace l’epidemia di AIDS nel continente africano. Il sogno di fare uguaglianza tra Nord e Sud del mondo.” E quel sogno si sta avverando.

Oggi, infatti, grazie a Dream:

  • circa 10.660 donne sono state seguite e assistite durante la gravidanza;
  • il 98% dei neonati è sieronegativo;
  • la trasmissione madre-figlio è scesa dal 40 al 2-3%;
  • la mortalità materna è scesa almeno del 70%.

Il programma oggi è presente in:

  • Mozambico,
  • Malawi,
  • Tanzania,
  • Kenya,
  • Repubblica di Guinea
  • Guinea Bissau,
  • Nigeria,
  • Angola,
  • Repubblica Democratica del Congo,
  • Camerun.

La bontà di questo “sogno” è stata recentemente confermata dall’annuncio  che MSD Italia, multinazionale farmaceutica, ha fatto in merito al fatto che collaborerà con la Comunità di Sant’Egidio nel progetto: “MSD for Mothers”. Tale progetto, nato appunto da un “sogno”, ha aspettative ancora più grandi, avendo come obiettivo quello di: “Contribuire a raggiungere il quinto “Obiettivo del Millennio” indicato dalle Nazioni Unite dopo l’anno 2000, che prevede la riduzione della mortalità materna del 75% entro il 2015. Una sfida che vale 3 milioni di vite perché ogni giorno in tutto il mondo circa 800 donne perdono la vita a causa delle complicanze di una gravidanza o di un parto.Il 99% delle morti avviene nei Paesi in Via di Sviluppo con conseguenze devastanti sulle famiglie e sulle comunità: la mortalità materna mette a rischio la sopravvivenza e la salute dei figli e le economie di interi Paesi. Per questo la sfida è che “nessuna madre debba più morire mentre dà alla luce un figlio.

Per raggiungerequesto obiettivo sono stati stanziati complessivamente cinquecento milioni di dollari necessari a sostenere progetti di assistenza sanitaria, farmaceutica, di  formazione degli operatori e di informazione delle popolazioni che vivono nei Paesi dell’Africa sub-sahariana e dell’Asia Meridionale.

In un’intervista, Paola Germano Direttore Esecutivo del Programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio, così ha descritto  gli obiettivi a lungo termine di MSD for Mothers: “L’obiettivo finale è mettere le strutture e gli operatori locali in condizione di “fare da soli”. Per arrivare a questo risultato non è sufficiente creare delle strutture in cui si danno le medicine, ci vuole un approccio che segua le donne in tutto il loro percorso, che le accompagni, che le sostenga anche risolvendo i vari problemi che si presentano, che siano di natura sanitaria, che siano di natura sociale o psicologica. Il valore aggiunto di questo Programma è che non si basa su un approccio minimalista, ma punta a riprodurre in quei Paesi le stesse strategie di contrasto adottate in Occidente, lavorare sul piano della cultura delle popolazioni, dando piena fiducia agli operatori e alle popolazioni locali.”

Ci auguriamo tutti che questo sogno ancora più grande che riguarda tutti noi, e tutte le mamme, abbia un lieto fine.

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