La politica del figlio unico in Cina: il problema dei “genitori orfani”

Vi abbiamo diverse volte parlato della Cina, quasi sempre raccontando fatti di cronaca che ci toccavano o che era necessario raccontare.

Questa volta, però a differenze delle altre, non vi parliamo dei bambini cinesi, ma dei genitori.

La perdita di un figlio è un fattore inspiegabile, un evento che stravolge la vita dei genitori costretti a camminare per un sentiero solitario e ad affrontare un dolore immenso senza un manuale su come fare.

Mrs. Crawley, nella quarta stagione della serie tv britannica Downton Abbey racconta la perdita del figlio Matthew in modo drammatico: “Quando il tuo unico figlio muore, allora non sei più una madre. Non sei più nulla“.

Non ci sono parole esatte per esprimere il dolore di una madre e di un padre costretti a veder morire il proprio figlio, ma in Cina la situazione è anche peggiore. La Cina, infatti, come riporta il New York Times, è piena di Mrs. Crawleys.

Ogni anno in Cina muoiono circa 76mila bambini per:

  • malattia
  • incidenti.

A causa della politica del figlio unico, in Cina, secondo una stima effettuata dai media, ci sono circa un milione di genitori orfani.

La politica del figlio unico è stata istituita sin dal 1980 per contrastare il fortissimo incremento demografico del paese. Da allora, in Cina, avere più di un figlio è un reato ma cosa succede quando l’unico figlio muore? Chi si prenderà cura dei genitori anziani? E’ la nuova problematica che il governo cinese è costretto ad affrontare.

In Cina, prendersi cura della propria famiglia è un dovere sociale, ma la politica del figlio unico, nata per portare dei benefici alla popolazione, in realtà ha creato una generazione di anziani, triste e sola, senza alcun sostentamento economico e psicologico.

I “genitori orfani”, infatti, sono costretti ad affrontare una serie di problematiche:

  • la perdita di una persona cara
  • la mancanza di un sostentamento economico durante la vecchiaia
  • la mancanza di un aiuto psicologico.

Yi Fuxian, esperto demografico ed ora scienziato presso l’Università del Wisconsin, prevede che più di 10 milioni dei 218 milioni di famiglie con figli unici in Cina perderanno il loro bambino. Yi Fuxian prevede che più di dieci milioni di bambini potrebbero morire prima di aver compiuto i 25 anni lasciando così orfani 20 milioni di genitori.

La morte dei figli unici, inoltre, crea disagi anche al governo, costretto a creare un adeguato sistema di welfare che, però, ancora non funziona per aiutare i propri cittadini anziani, rifiutati dalle case di cura quando non hanno figli.

Per tutte queste ragioni, il governo cinese ha deciso di approvare una legge che consenta alle coppie di avere un secondo figlio, a patto che uno dei due coniugi sia figlio unico.

Nel giro di dieci anni, dunque, anche i cinesi capiranno cosa significa avere una sorella o un fratello e soprattutto le donne non saranno più costrette a dover affrontare un’esperienze orribile come l’aborto.

Prima che la situazione migliori, però, dovranno passare ancora diversi anni. Ancora oggi, infatti, sono davvero tanti coloro che, nonostante il rischio di vedersi infliggere una pesante multa, hanno deciso di rischiare e mettere al mondo un secondo figlio. Chi, però, non ha avuto il coraggio di farlo, spesso preferisce lasciarsi morire piuttosto che affrontare la vecchiaia.

Insomma, in Cina, tantissimi genitori, oltre a dover affrontare la morte di un figlio, devono fare i conti anche con una realtà che, in moltissimi casi, è ancora più dura di quanto non lo sia già.

Senza dimenticare che, forse, nessun governo avrebbe il diritto d’imporre alle donne quando avere un figlio e, soprattutto, quanti bambini mettere al mondo.

E voi unimamme, che ne pensate?

 

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