Minori tra emergenze abitative e salute precaria

Ragazzi senza casa che chiedono l'elemosina

Continuando il discorso iniziato parlando di bambini poveri, Save The Children si è interessata anche alla situazione dei minori in Italia in relazione all’emergenza abitativa e alla salute dei bambini in questi tempi difficili.

Dal suo studio,  l’Italia SottoSopra, emerge quanto segue.

  • le ingiunzioni per morosità sono state più di 60 mila nel 2012
  • 9 sfratti su 10 sono dovuti all’impossibilità per le famiglie di far fronte alle spese per la casa.

In alcune province del Sud abbiamo il maggior numero di sfratti incolpevoli, per esempio:

  • in Sicilia, in Calabria, in Sardegna si va da 1439 a 6906
  • in Toscana, Umbria e Marche la situazione non è molto più rosea

Che cosa succede però fisicamente a un bambino la cui famiglia si ritrova in mezzo a una strada?

  • troverà rifugio dai parenti
  • sarà separato dal padre e collocato con la madre in un alloggio provvisorio
  • finirà in un alloggio improprio: casa occupata, scuola, palestra, baracche, container.

Questo traumatico evento gli porterà delle conseguenze indelebili:

  • si allontanerà dagli amici, dalla scuola, dai giochi
  • il suo percorso di sviluppo diventerà molto precario.

Se nel 2001 c’erano 23 mila famiglie che vivevano in alloggi impropri ora hanno superato quota 70 mila.

Il sovraffollamento abitativo sotto la soglia di poverà in Italia è tra il 37,9% e il 54,3%. Peggio di noi stanno solo i paesi dell’Est Europeo come ad esempio Polonia, Bulgaria, Ungheria, ecc…

Anche sul fronte della salute i dati non sono per niente incoraggianti. Da questo punto di vista si considera:

Esistono dei cosiddetti determinanti distali della salute, fattori non immediatamente responsabili della salute ma che sono alla base di diseguaglianze sociali, aggiunti a elementi di rischio veri e propri:

  • il calo del reddito influisce sulla salute con la diminuizione delle risorse disponibili
  • insicurezza finanziaria
  • incremento della disoccupazione e precarietà minacciano inclusione e coesione sociale.

Disparità su un tema delicato come la mortalità infantile si possono registrare tra le regioni italiane, ad esempio:

  • questo fattore è più alto in Sicilia, Calabria e Abruzzo, dove ci sono percentuali tra il 4,2 e il 4,8
  • in Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia è molto basso: tra 1,6  e 2.

Il quadro che ne emerge è quello di un’Italia molto frammentata in cui però permane il bisogno di una maggiore attenzione alle esigenze dei più fragili, soprattutto quando si tratta di minorenni.

Che dite, basta? No, c’è ancora molto da dire…purtroppo! Ma va detto e va conosciuto…l’ignoranza e l’indifferenza non ci portano da nessuna parte.

 

 

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