9 fattori di rischio dell’osteoporosi in gravidanza secondo gli esperti

ecografiaIl rischio di osteoporosi in gravidanza spesso viene trascurato. Anch’io dopo la gravidanza ho sofferto per un po’ di tempo di mal di schiena: fortunatamente poi il dolore è andato via, ma ci sono dei casi in cui esso può essere sintomo di qualcosa di più serie, come l’osteoporosi, che in gravidanza non è stata diagnosticata.

Osteoporosi: cosa accade

E’ capitato ad esempio ad una donna di 33 che – come racconta il Corriere della Sera – non riusciva a far passare delle fitte alla schiena; dopo una serie di esami ha scoperto di avere l’osteoporosi alla colonna vertebrale. Si tratta di un rischio che potrebbe correre ogni donna incinta senza saperlo, visto che questo fenomeno viene trascurato.

Come è possibile sviluppare il rischio di osteoporosi in gravidanza?  Nel primo trimestre di gestazione è normale un riassorbimento osseo dovuto allo scheletro del feto che deve essere mineralizzato. Basta assumere più calcio attraverso la dieta.

Dopo il parto, anche se nella maggior parte dei casi non ci sono danni, alcune donne predisposte possono avere le ossa più fragili, a causa di gravidanza e allattamento. In sostanza vanno ad aggravare un pericolo di fratture già esistenti.

Molte donne possono aver avuto fratture vertebrali e non essersene mai accorte per poi scoprirlo a distanza di mesi se non anni dalla gravidanza, non evitando però nel frattempo rischi e stili di vita scorretti. Ma quali sono i fattori di rischio?

  • la ridotta massa ossea (misurabile con la densitometria ossea),
  • un’alimentazione povera di calcio,
  • una ridotta attività fisica,
  • l’uso cronico di farmaci che danneggiano l’osso (come i cortisonici o l’eparina),
  • una familiarità per fratture da fragilità,
  • pregresse fratture da fragilità,
  • prolungati periodi di amenorrea,
  • disordini alimentari con importanti perdite di peso,
  • pregresse patologie con una ricaduta sulla salute ossea.

Cosa possono fare allora le donne in gravidanza?

  • assumere più calcio attraverso la dieta
  • chiedere al proprio ginecologo che se non sia il caso di sottoporsi a esami biochimici e strumentali (calcemia, fosforemia, presenza vitamina D e ultrasonografia ossea) per valutare la fragilità delle ossa.

Per chi viene ritenuta a rischio, bisogna fare attenzione a ciò che potrebbe causare una frattura. Come?

  • integrando nella dieta degli alimenti ricchi di calcio e vitamina D
  • prendendo in considerazione un cesareo
  • riducendo il periodo di allattamento per evitare di impoverire le ossa. 

E voi unimamme, conoscevate questo rischio? Che ne pensate? Vale la pena controllarsi? Noi pensiamo di si.

Noi vi invitiamo a leggere anche uno studio che spiega perché le donne soffrano di mal di schiena prima degli uomini.

 

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