Pedofilia: un libro incastra un pedofilo protetto per anni dai poteri forti

dichiarazione shock pedofilo

Un pedofilo messicano ha fatto una dichiarazione che una mamma non vorrebbe mai leggere: “una bambina non ha difese, la convinci e te la fai”. A pronunciare queste frasi agghiaccianti è una persona molto influente, ovvero Jean Succar Kuri, libanese naturalizzato messicano, un ricco imprenditore alberghiero, che era conosciuto da anni come pedofilo, stupratore, commerciante di bimbi e complice del mercato pedo-pornografico del Messico.

A smascherarlo il libro ‘I demoni dell’Eden, l’inchiesta da pugno dello stomaco realizzata  dalla giornalista messicana Lydia Cacho, che per la sua voglia di conoscere la verità è stata ingiustamente arrestata e torturata, mentre ‘l’orco’ è rimasto per tanto tempo impunito, nonostante le autorità sapessero benissimo di che tipo di disgustosi traffici fosse capace.

Il pedofilo messicano: “I bambini sono il mio vizio”

Le parole di Succar Kuri sono uno stralcio della conversazione che l’uomo ebbe nel 2003 con Emma, una delle sue vittime. La ragazza all’epoca aveva 20 anni, mentre ne aveva 13 quando venne violentata da “Johhny”, come veniva conosciuto il pedofilo. Emma era riuscita ad avere un appuntamento con lui e aveva coinvolto la polizia: indossava infatti una telecamera nascosta che ha raccolto le dichiarazioni scioccanti del suo carnefice.

Tu lo sai che è il mio vizio, no?, è una stronzata ma non so resistere, e lo so che è un reato e che è proibito, ma poi è così facile, una bambina non ha difese, la convinci in un amen e te la fai. È tutta la vita che lo faccio e a volte sono loro che ci provano con me, perché vogliono restare con me, perché ho fama di essere un buon padre”. Così diceva a Emma. La ragazza sperava che queste frasi bastassero per fare incriminare Succar Kuri, ma le Forze dell’Ordine non mossero un dito: in seguito a quell’incontro non soltanto non venne arrestato, ma addirittura sparì grazie all’aiuto di poteri influenti.

Nel 2004 l’uomo venne arrestato, ma ci sono voluti 7 anni affinché venisse condannato a 112 anni di carcere: le indagini sono infatti state complicate dalle alte sfere che hanno per tanto tempo protetto le atrocità di Succar Kuri. La pena è dovuta in gran parte alla voglia di giustizia di Lydia Cacho che ha raccolto le testimonianze e gli interrogatori di molte delle vittime e degli aguzzini, tra cui Gloria, la seconda moglie di Succar Kuri, anch’essa probabilmente abusata quando era bambina.

E non è tutto: oltre a Succar Kuri ci sono altri politici coinvolti, come l’ex assessore di Cancùn Gòngora Vera che, secondo la testimonianza del segretario della giunta comunale Eduardo Galaviz, disse che la soluzione per scaricare lo stress di uomini politici era “farsi una una s*****a con una bambina”.

Insomma unimamme, una storia brutta ma che si è chiusa con una condanna, solo perchè una donna non si è arresa, nonostante le difficoltà!

Perchè parlarne, direte voi? Perchè se ne deve parlare! Qui da noi non è uscito nessun libro inchiesta, ma ogni giorno leggiamo nuove notizie, ultime quelle delle ragazzine che vendono il loro corpo, aiutate da adulti interessati solo al denaro, e sfruttate da uomini mancanti di ogni forma di moralità e etica. E le pene? 1 anno per i clienti semplici e 10 per gli organizzatori…vi sembrano giuste?

 

(Fonte: Il Fatto quotidiano)

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