Un’indagine mondiale cerca di scoprire le cause della morte in utero. Occorre però l’aiuto di tutti!

morte in utero Affrontare l’argomento della morte nel nostro Paese è al quanto difficile, diventa, poi, addirittura assurdo farlo nel caso in cui la morte riguarda i bambini. Somatizzare la morte di figlio è difficile e parlarne è come riaprire, ogni volta, una brutta ferita.

Tanti i casi dei bambini nati morti dei quali non si fa cenno proprio per cercare di evitare di portare alla memoria un triste evento.

In realtà un lutto dovrebbe essere elaborato e, in qualche modo, archiviato come un momento negativo di vita.

Indagine mondiale sulla morte in utero

Una nuova indagine mondiale, che verrà poi pubblicata sulla rivista medica The Lancet, sta cercando di ottenere quante più notizie possibile riguardo la nascita di bambini morti, evento che mette a dura prova i genitori in primis ma anche i familiari degli stessi e l’equipe medica che ha assistito a questo triste evento. A coordinare e a ideare questa indagine è il Mater Research, a Brisbane, in Australia.

Nella precedente indagine condotta nel 2011 questi i numeri:

  • 3 milioni i bambini morti nel ventre delle madri ogni anno
  • 8770 le morti in utero ogni giorno.

Nonostante tali dati, non c’è ancora sufficiente consapevolezza sulla morte in utero, ecco perchè abbiamo deciso di sponsorizzare tale indagine.

L’associazione CiaoLapo, membro dell’International Stillbirth Alliance, costituita da genitori che hanno condiviso l’esperienza del lutto in gravidanza o dopo il parto assieme a professionisti con lo scopo di fornire ai genitori aiuto e supporto, sta effettuando questo sondaggio in Italia, sondaggio che è rivolto ai genitori che hanno vissuto il lutto, ai medici che in qualche modo ne hanno preso parte e a tutti i cittadini che hanno assistito, anche se da spettatori, al lutto perinatale.

Lo scopo che si pone questa indagine è quello di affrontare il lutto nonché di conoscere, più da vicino

  • le pratiche culturali di ogni singola coppia
  • le emozioni vissute dai genitori, dagli operatori sanitari e dalla gente in genere

per cercare un comune denominatore e prevenire, eventualmente, la morte in utero e anche per aiutare genitori e familiari ad affrontare l’evento.

Chi può partecipare a questa indagine?

  • I genitori
    Sia quelli che hanno vissuto la cosiddetta morte in utero sia coloro che hanno subito una perdita precoce.
  • Gli operatori sanitari
    Qualunque figura medica o paramedica che abbia conoscenza dell’argomento
  • I cittadini
    Tutti coloro che in qualche modo hanno avuto a che fare con la nascita di un bambino morto, anche se solo per sentito dire.

Per dare il nostro contributo a questa importantissima e utilissima indagine dobbiamo dedicare 10 minuti del nostro tempo e cliccare sul link che ci riguarda all’interno del sito ufficiale di CiaoLapo. Facciamolo consapevoli di dare anche una mano alla scienza, ma soprattutto ai genitori.

E voi unimamme, sempre accorte e pronte a dare una mano, prenderete parte al sondaggio? Inutile chiederlo, conosciamo già la vostra risposta.

(Fonte: ciaolapo.it)

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