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Attualità

Bambino nasce 39 giorni dopo la rottura delle acque: un “miracolo” FOTO &VIDEO

Published by
Maria Sole Bosaia

Rachel e Jeff Whitchurch sono una coppia che per cinque anni ha lottato per avere un bimbo, perseguendo il proprio sogno con grande tenacia, ma quando credevano che stesse andando tutto bene hanno dovuto tirare fuori tutto il loro coraggio per affrontare una nuova difficoltà.

Quando finalmente Rachel è rimasta incinta, entrambi erano al colmo della felicità. “Dopo 3 aborti avere finalmente un bambino che stava bene e che aveva passato le 20 settimane era elettrizzante”. 

Una mamma ha resistito per 39 giorni in ospedale dopo la rottura delle acque

Anche Jeff era contento, ma cercava di trattenere un po’ il proprio entusiasmo.

Giunta alla 28° settimana a Rachel si sono rotte le acque ed è corsa dal medico “continuavo a pensare che non poteva succedere”.

In realtà non era la prima volta che a questa famiglia accadeva qualcosa di simile. Con il loro primo figlio TJ le acque si erano rotte a 35 settimane, ma a 28 tutto ciò poteva voler dire gravi complicazioni.

La rottura prematura delle membrana accade nel 3% delle gravidanze e causa 1/3 dei parti prematuri, stando alle stime dell’American College of Obstetricians and Gynecologists..

I medici dell’ospedale a cui si è rivolta la coppia hanno detto loro che avrebbero cercato di tenere il bimbo dentro di lei per altri 2 giorni e che per ogni giorno il piccolo avrebbe trascorso 3 giorni in meno in terapia intensiva.

Mi sono svegliata ogni mattino pensandoquesto è un altro giorno che ho dato al mio bambino”.

Solo il 5% delle donne è in grado di tenere il proprio bambino nel grembo per 7 giorni dopo che si sono rotte le acque. I medici le hanno detto che resistere 10 giorni sarebbe stato un miracolo.

A letto in ospedale la donna ha resistito per 39 giorni. Dopo 5 settimane in ospedale si è deciso di far nascere il piccino che cominciava ad avere problemi.

Gideon è quindi venuto alla luce a 33 settimane tramite parto cesareo e ha trascorso altre 5 settimane in terapia intensiva neonatale.

Ora però è un bel bimbo in salute, come riportato su Yahoo.com, e la sua mamma è orgogliosa di aver tenuto duro per lui.

“La prima sera è stata semplicemente straordinaria perché ci fermavano e dicevamo “aspetta, ascolta, non ci sono beep. Possiamo tenere in braccio il nostro bimbo, non ci sono fili intorno a lui. Potevamo finalmente stare insieme come una famiglia”.

Unimamme, noi ammiriamo la determinazione e il coraggio di questa mamma, voi cosa ne pensate?

Cosa avreste fatto al suo posto.

Noi vi invitiamo a leggere anche uno studio su come l’induzione del travaglio in caso di rottura delle acque non sia sempre necessaria.

 

Maria Sole Bosaia

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