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Aborto spontaneo, caffè e vitamine: quale la relazione?

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Maria Sole Bosaia

Secondo un recente studio pubblicato su Fertility and Sterility viene confermato che lo stile di vita condotto dalle mamme a dai papà può influenzare il rischio di aborto o meno.

Gli studiosi del National Institute of Child Health and Human Development hanno stabilito che il rischio di perdere il feto aumenta se prima della gravidanza i genitori consumano troppi caffè e continuano a farlo dopo la nascita del bimbo.

Caffè e gravidanza: esiste un legame con il rischio di aborto spontaneo?

L’interruzione spontanea di gravidanza accade di frequente, in media nel 10-20% dei casi.

Ogni età però è diversa, come dimostrato da una ricerca dell’American College of Obstetrician and Gynecologist secondo la quale essa avviene:

  • nel 9-17% delle gravidanze tra i 20 e i 30 anni
  • nel 20% intorno ai 35 anni
  • nel 40% per le quarantenni
  • nell’85% sopra i 45 anni

In questo studio sono state prese in considerazione:

  • 344 coppie seguite da quando hanno deciso di concepire fino al parto o alla perdita fetale
  • l’età delle mamme era compresa tra 18 e 40 anni
  • il tasso di aborto spontaneo è risultato: 28%
  • il rischio è risultato essere molto più alto per le donne (il doppio) sopra i 35 anni rispetto alle donne più giovani

Gli scienziati hanno voluto indagare se ci fossero fattori di rischio.

Quindi è stato chiesto alle coppie di compilare un modulo relativo a comportamenti specifici:

  • numero di sigarette fumate
  • numero di bevande alcoliche contenenti o contenenti caffeina
  • eventuale assunzione di vitamine

Le perdite fetali sono risultate essere 98, i ricercatori hanno rilevato un legame tra rischio di aborto e consumo di caffeina da parte della mamme e del papà nel periodi precedente il concepimento e quello successivo.

Il rischio era più elevato per chi consumava più di 2 bevande con caffeina al giorno.

Indagini precedenti avevano dimostrato che si aveva un aumento del rischio fetale per le donne che consumavano più di 2/3 tazzine di caffè o thé al giorno. Questo provocava anche:

  • aumento del rischio di morte in utero
  • dimensioni ridotte del bimbo in età gestazionale

La ricerca in questione solleva un interrogativo riguardante il periodo preconcezionale e il ruolo del papà. “Può darsi che la caffeina induca cambiamenti dell’espressione dei geni negli spermatozoi poi trasmessi all’embrione” dichiarala dottoressa Irene Cetin, direttore dell’Unità di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Sacco di Milano e presidente della Società italiana di medicina perinatale su Oggiscienza.

Questi studi però, bisogna sottolinearlo, parlano di associazione e non di rapporti causa – effetto. Persino i meccanismi coinvolti non sono ancora completamente chiari.

Per quanto riguarda le conseguenze tardive come la riduzione della crescita ciò si potrebbe attribuire all’effetto di vasoconstrizione della caffeina. Esso potrebbe avere delle conseguenze sulle modalità dell’impianto dell’embrione nella parete uterina.

Sempre su questo tema uno studio pubblicato su Human Reproduction cita l’effetto della caffeina sui livelli di ormoni riproduttivi aumentando così il rischio di aborto.

Il professor Renato Bruni, associato di Botanica Farmaceutica all’Università di Parma, sottolinea che queste indagini sono piuttosto difficili da portare avanti. Bruni osserva infatti che il contenuto di una tazzina di caffè varia a seconda della varietà botanica di partenza: ad es. il caffè di una varietà robusta contiene caffeina in quantità 4 volte maggiori della varietà arabica. La concentrazione di caffeina nell’organismo dipende inoltre dalla capacità dell’organismo di metabolizzarla.

Per quanto riguarda infine l’effetto delle vitamine il loro benefico effetto viene ricondotto alle sostanze come acido folico, vitamine del gruppo B e del  gruppo D.

Il consiglio per chi desidera una gravidanza è quello di assumere acido folico, 400 microgrammi al giorno, per proteggere il feto dal rischio di sviluppare difetti del tubo neurale, come la spina bifidaPer il resto, suggeriamo di seguire un’alimentazione equilibrata, il più possibile di stampo mediterraneo, e di passare un po’ di tempo all’aria aperta, per garantire la sintesi di vitmaina D che è stimolata dall’esposizione alla luce solare. Poi sarà lo specialista a valutare, caso per caso, se serve qualche integrazione specifica” afferma Irene Cetin.

Unimamme e voi cosa ne pensate dei risultati di questi studi e sul consumo di caffè e thé?

Voi quante tazzine di caffè avete bevuto in gravidanza?

Noi vi lasciamo con un ulteriore studio di approfondimento su quante tazzine di caffè bere o non bere in gravidanza.

Maria Sole Bosaia

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